Martedì sera due dei musei più importanti di New York sono rimasti aperti per tutta la notte per ospitare due maison d’eccellenza: da un lato Mugler, al Brooklyn Museum of Arts, ad accompagnare la quinta tappa del tour mondiale della mostra Couturissime, un’esposizione di oltre 150 creazioni del defunto designer Thierry Mugler; dall’altro, Buccellati presenta la sua ultima collezione d’alta gioielleria, chiamata “Macri Color“, nell’esclusivo Whitney Museum.
Couturissime arriva a New York avvolta da un’aura di successo, una vera e propria celebrazione alla carriera di un designer che ha segnato la storia dell’alta moda, dello spettacolo e del cinema: tra i capi presenti alla mostra, oltre a esclusivi costumi che Thierry Mugler pensò appositamente per Lady Gaga, Beyoncé, Liza Minelli e Celine Dion, troviamo anche alcuni tra i suoi primi lavori, profondamente radicati nella storia di Hollywood.
Una notte resa movimentata dalle performance dal vivo di Amanda Lepore nei panni di una Marylin Monroe, impegnata in una routine di burlesque, e dallo spettacolo di cabaret di Joey Arias, iconica drag queen newyorchese; numerosi sono stati gli ospiti d’eccezione, infine, come Kylie Jenner, Marc Jacobs, Laverne Cox, Lourdes Leon, Julia Fox e Casey Cadwallader, direttore creativo di Mugler.
Al Whitney Museum, invece, Lucrezia Buccellati ha accolto i suoi ospiti in uno spazio familiare, che dell’azienda ha celebrato non soltanto il grande successo, ma i forti legami che ne compongono il network fondamentale.
“Questa è una delle collezioni più vendute, ed è realizzata in onore di mia zia Maria Cristina. Si è evoluta in modo più moderno e trendy, in particolare tramite l’utilizzo di pietre colorate come zaffiro blu, zaffiro rosa, kunzite, ametista e acquamarina”, ha dichiarato infatti la condirettrice creativa e ambasciatrice del marchio negli Stati Uniti. “La storia di questa collezione è fatta dai suoi pezzi più grandi e dalle sue edizioni limitate”.
Dietro a vetrine colorate da decorazioni floreali scintillano così gioielli dalla fattura impeccabile, ammirati da figure vestite di verde, cannelli e colori caldi: una ribellione vera e propria contro al classico nero newyorchese, che ha resto l’atmosfera al Whitney Museum ancora più intima e calorosa.