I fondali marini nascondono segreti inaspettati, tesori preziosi e reperti storici che il mare saprà sempre sapientemente conservare. Dal lontano 29 settembre 1918, ricordiamo tre importanti etichette che affondarono con la nave SS Libourne attaccata da un sottomarino tedesco che la porto ad ancorarsi ai fondali delle coste meridionali della Gran Bretagna.
L’incidente provocò la morte di tre membri dell’equipaggio oltre che alla perdita di centinaia di migliaia di bottiglie di Champagne, Sauternes, Bordeaux. Di loro non si sapeva nulla fino al 2015, anno in cui un piroscafo venne scoperto da Ian Hudson e dalla sua squadra, in collaborazione con l’ingegnere navale Daniel Jayson e Luc Heymans.
Il carico di preziose annate, anche in versione magnum, fu una delle scoperte più importanti dell’ispezione ma ancora ad oggi la quantità di bottiglie insabbiate non è ancora stata stimata, a causa di una mancata dichiarazione del carico di alcool trasportato.
La squadra di esperti è ora al lavoro per riportare in salvo, anche solo parzialmente, il carico di vini: ci sono ancora molti tappi di Champagne con gabbiette, come anche vini rossi chiudi conservati ancora con ceralacca. L’intento della squadra è salvare il gruppo di vini e venderli, dando in donazione una parte del ricavato alla Coastguard Association e ad altri enti di beneficenza della Royal National Lifeboat Institution.
“Idealmente, vorremmo fare un salvataggio di massa e tirare fuori tutto ciò che vale la pena salvare” ha spiegato Hudson. Gli ostacoli burocratici però sono dietro l’angolo: nel Regno Unito vige una Convenzione dell’UNESCO del 2001 per cui è necessario preservare i siti sottomarini con più di 100 anni. Per gli esploratori, tutto il materiale presente è deperibile e la nave è quasi interamente distrutta per tanto il divieto non è da considerarsi valido.