Le esportazioni di orologi svizzeri sono tornate a crescere leggermente nel mese di luglio, nonostante il forte calo del mercato cinese e di Hong Kong, secondo i dati comunicati dalla federazione orologiera. Lo scorso mese, infatti, l’export di segnatempo elvetici ha raggiunto i 2,2 miliardi di franchi svizzeri (2,3 miliardi di euro), in salita dell’1,6% rispetto allo scorso anno.
Sempre per quel che riguarda la top ten dei mercati, queste sono le cifre per l’intero periodo gennaio-luglio: Stati Uniti 2,5 miliardi di franchi (+4%), Cina 1,2 miliardi (-23%), Hong Kong 1,15 miliardi (-19%), Giappone 1,14 miliardi (+10%), Regno Unito 974 milioni (-1%), Singapore 966 milioni (+0,2%), Francia 784 milioni (+5%), Germania 766 milioni (-4%), Emirati Arabi Uniti 734 milioni (+1%), Italia 611 milioni (-4%). A parte le vistose discese di Cina e Hong Kong, per il resto i mercati di primo piano più o meno confermano le loro posizioni, alcuni con ulteriori rialzi e altri con lievi flessioni. Anche le cifre dei primi sette mesi 2024 mostrano comunque le posizioni da traini principali in questa fase degli Stati Uniti sul fronte occidentale e dal Giappone sul fronte orientale.
In luglio sono andate bene le esportazioni di orologi da una parte della gamma alta e dall’altra della gamma di base. I segmenti intermedi hanno invece registrato forti flessioni. Questi i dati: per i segnatempo con prezzo sopra i 3mila franchi incremento in valore del 5%; per i prodotti con prezzo 500-3mila franchi contrazione del 13% e per quelli con prezzo 200-500 franchi discesa del 23%; per gli orologi con prezzo sotto i 200 franchi invece un marcato aumento, del 13%.