Bella Hadid potrebbe scomparire dalle prossime campagne di maison Dior a causa del suo supporto alla causa palestinese: la star, infatti, non ha esitato a schierarsi pubblicamente al fianco della gente di Gaza, interrompendo anni di silenzio mediatico forzato, e l’industria dell’alta moda ha scelto di punirla.
La notizia arriva dalla testata giornalistica turca Turkiye’s Yeni Safak ed è stata condivisa da numerosi giornali Israeliani. Seppur non sia ancora stata confermata da Dior o dalla modella, ha già scatenato una grande controversia sui social media, tanto da rendere l’hashtag #BoycottDior virale su X, l’ex-Twitter di Elon Musk.
Secondo quanto riporta Turkiye’s Yeni Safak, per la sua prossima campagna la maison parigina avrebbe scelto una modella israeliana, May Tager, privando così la Hadid del suo ruolo di ambassador ufficiale del marchio.
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Non è la prima volta che la giovane modella si vede discriminata o professionalmente rifiutata per motivi politici.
Tuttavia, per Bella Hadid la Palestina non è soltanto politica, ma una parte innegabile e prezioso della propria identità: suo padre, l’imprenditore Mohamed Hadid, è infatti palestinese e di cultura araba ed è sopravvissuto alla Nakba, la “Catastrofe”, del 1948, tragico evento in cui oltre 700mila palestinesi furono costretti a lasciare i propri villaggi e la propria terra dalla milizia sionista della futura Israele; Mohamed Hadid in quell’occasione perse la casa della sua infanzia e si ritrovò a vivere come un rifugiato in Siria.
“Mi sarebbe piaciuto crescere e stare con mio padre ogni giorno, studiare e poter davvero praticare l’Islam, in generale poter vivere in una cultura musulmana, ma non mi è stato concesso“, aveva dichiarato Bella Hadid a GQ magazine. “Sono fiera della mia etnia, della mia cultura, e usare la mia piattaforma per raccontare l’occupazione Israeliana è il minimo che io possa fare. Essere in una posizione in cui posso parlare nel modo in cui lo faccio è un privilegio. E in realtà, qual è il rovescio della medaglia? Perdere un lavoro?”.
Se le indiscrezioni dovessero rivelarsi fondate, questa vecchia intervista sembrerebbe confermare il destino predetto dalla stessa Bella Hadid e che potrebbe riguardare altre figure pubbliche a lei simili, come la tennista Ons Japeur: giovani, influenti, ma dal lato sbagliato della storia e dell’umanità secondo la propaganda statunitense e israeliana.
Resta da vedere come Dior risponderà alle accuse e, soprattutto, se riuscirà a gestire i danni di un boicottaggio internazionale che ha già messo a dura prova Starbucks e McDonald’s.