È morto all’età di 91 anni Arata Isozaki, il celebre architetto, che in Italia ha progettato il Palazzo del Nuoto di Torino, la Stazione Centrale di Bologna (con Andrea Maffei) e la Torre Allianz (il grattacielo soprannominato “il Dritto”) nel nuovo quartiere City Life di Milano e Loggia degli Uffizi, mai conclusa.
Tra i primi a esprimere cordoglio è il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, che ricorda “un grande architetto del XX secolo di fama internazionale” sottolineando che “il suo linguaggio astratto e limpido era in parte ispirato dalla sua profonda conoscenza dell’architettura rinascimentale italiana”.
La sua prima esperienza dell’architettura era stato “il vuoto dell’architettura”, l’effetto sconvolgente della bomba atomica su Hiroshima. “E’ stato allora che cominciai a pensare come ricostruire case e città”, aveva raccontato Isozaki.
Nato il 23 luglio 1931 a Oita, Kyushu (Giappone), Isozaki si è laureato in Architettura all’Università di Tokyo nel 1954. È stato allievo di Kenzo Tange e ha collaborato con il suo team fino al 1964, anno in cui ha aperto il suo studio nella capitale giapponese. Nei dieci anni di collaborazione con Tange ha partecipato alla progettazione di edifici come la Prefettura di Kaguna a Takamatsu (1955-58); il municipio di Imabani (1957-58) e il Tokyo City Plan (1959-1960). Tra i suoi primi lavori in Giappone, il Medical College Building (1959, a Oita) e la Biblioteca municipale (1962, a Kitakyushu). Negli anni Ottanta, tra il 1981 e il 1986, ha realizzato il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, in California.
Premio Pritzker nel 2019, Isozaki è noto per aver sviluppato uno stile che intreccia la tradizione giapponese e quella occidentale post-moderna. Tra le sue opere più celebri, la sala concerti di Kyoto, il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles, il Palau Sant Jordi di Barcellona per i Giochi del 1992.