Impossibile non incappare nei nomi di Bella Hadid, Coperni o nelle parole “abito spray” navigando in rete: subito si è travolti da video, articoli e fotografie di quello che è diventato a tutti gli effetti un momento storico dell’alta moda, qualcosa che ha segnato per sempre l’esistenza di Coperni e la carriera di supermodella di Bella Hadid.
Dietro alla semplice, ma visionaria e geniale ideale dell’abito spray, però, va ben oltre l’intuizione del marchio Parigino.
Infatti, il particolare materiale utilizzato dal duo di Coperni risale al 2010 ed è un’invenzione dello stilista e scienziato spagnolo Manel Torres, figura con cui i co-fondatori del marchio parigino hanno collaborato presso il Bioscience Innovation Centre di Londra nell’arco degli ultimi sei mesi.
“La tecnica spray è stata sviluppata da Fabrican, un’azienda fondata dallo stilista e scienziato spagnolo Manel Torres”, spiega infatti Joelle Diderich, Bureau Chief di WWD a Parigi. “Il liquido Fabrican contiene fibre di cotone o sintetiche, sospese in una soluzione polimerica che evapora a contatto con il corpo. Dopo essere stato indossato, può essere rimosso e trasformato nuovamente in una soluzione, pronta per essere riutilizzata”.
Inoltre, un altro grande maestro si nasconde dietro la passerella di Bella Hadid per Coperni: già Alexander McQueen, infatti, utilizzò la vernice spray su una modella.
Era il 1999 e durante la presentazione della collezione Spring – Summer di quell’anno McQueen realizzò un allestimento simile a una scatola, in cui a modella Shalom Harlow venne assalita da due braccia robotiche e ridipinta di vernice spray verde e grigia.
Ciò che distingue la scelta di Coperni, però, è la sfumatura scientifica e tecnologica con cui hanno caratterizzato quell’intera porzione del loro fashion show.
“L’idea alla base di Coperni è di mescolare questa nozione di chic, del nostro DNA francese, e fonderla con qualcosa di più futuristico. Siamo sempre stati appassionati di innovazione, esplorare lo spazio digitale e il futurismo“, dichiara uno dei due fondatori, nonché CEO del marchio, Arnaud Vaillant.
Si tratta, tuttavia, di un’ottima trovata per amplificare una risonanza mediatica già considerevole e di un momento che il pubblico non potrà dimenticare facilmente.