La London Fashion Week 2022/2023 è unica nella storia dell’evento per tre motivi.
Il primo motivo è individuabile nella data e nel periodo storico in cui si sta svolgendo, ovvero le giornate appena successive alla morte della Regina Elisabetta II (i cui funerali si svolgono oggi, lunedì 19 settembre), mentre il secondo (l’assenza dal calendario di Raf Simons e Burberry) e il terzo motivo (il mood prettamente b2b, business to business, che definirà tutta la Fashion Week) sono conseguenze dirette di questo evento, la cui importanza è stata in grado di chiudere un’era.
In un contesto così particolare, l’apertura dell’evento di moda più importante del Regno Unito, direttamente organizzato dal British Fashion Council, risulta coerente e ironico: colori scuri, silhouette aggressive, riferimenti mitologici e folkloristici si muovono in un’uggiosa Londra, creando uno scenario al limite del vittoriano.
Venerdì, l’esordio di questa edizione, Edward Crutchley, Mark Fast e KNWLS hanno presentato le proprie collezioni Fall 2022/2023, in un turbinio di oscurità, proposte audaci e tocchi gotici.
Edward Crutchley sceglie come ispirazione il mondo dell’Antica Grecia, rendendolo un leitmotiv evidente in tutta la sua collezione, il cui nome, “The Only Constant in Life is Change”, traduce in inglese una delle frasi più celebri dell’antico filosofo Eraclito, ossia “L’unica costante nella vita è il cambiamento”.
Così in passerella si materializzano visioni di abiti con volant in jacquard goffrato, indossati da modelle non depilate e dal volto privo di trucco, oppure capi sartoriali di perfetta fattura, come pantaloni cargo, gonne dirndl rigide e stravaganti e giacche da judo complete di cinture dai nodi complessi; i materiali scelti da Crutchley sono sostenibili e dalle origini tracciabili, e si distinguono in poliestere riciclato, nylon ad effetto acquatico e tessuti in rete.
L’innovazione coinvolge anche i modelli stessi, androgini e genderless oppure dall’espressione di genere estremamente amplificata, come nel caso dei modelli a torso nudo adornati di succinti top di paillettes. Accessorio d’obbligo in passerella sono le platform olografiche, argentee e dorate abbinate a calzini bianchi.
“Per due stagioni, Edward Crutchley ha sviluppato sornione il vocabolario del glamour queer. Un’opulenza consapevole traspare nei vestiti. Si è impadronito della stravaganza per magnificarla. Siamo saliti di altri due livelli” dichiara la maison in una nota alla collezione.
Segue Mark Fast, che invece volge lo sguardo allo streetwear di stampo britannico e che sceglie di rivoluzionarlo con un twist di insolenza e sfacciataggine: miniabiti attillati e tessuti aderenti, pelle scoperta e allacciature, tutto in audaci combinazioni neon. Una collezione che ricalca anche grandi della moda, come il denim rinascimentale di Marc Jacobs e l’intimo indossato sui pantaloni in stile Jean Paul Gaultier , che strizza l’occhio alla moda parigina, contestualizzandola però a Londra.
Infine, il duo creativo KNWLS (formato dalla coppia Charlotte Knowles e Alexandre Arsenault) ha presentato la propria collezione in un mondo di cemento in cui estetiche si incontrano, mescolano e contaminano: in questo modo motivi paisley, chiffon macchiato e pelle invecchiata si condensano in un rock vittoriano e gotico, fortemente ispirato dalle correnti glam e metal dello stesso genere.