Sembrava una giornata qualsiasi quella dell’8 settembre.
Una giornata uggiosa, priva di eventi o impegni particolari, un semplice giovedì come molti altri, in cui la maggioranza dei cittadini britannici si trovava, ad esempio, di fronte alla televisione o al computer, forse impegnati ad ascoltare la radio per far passare il tempo.
Un annuncio destinato a cambiare la storia mondiale spezza però la routine quotidiana: una voce maschile, professionale e distaccata, conferma la morte di una delle figure più importanti dell’ultimo secolo a seguito del via libera fornito dalla famiglia reale e delle autorità di Buckingham Palace.
All’età di 96 anni si spegne la stella di Elizabeth Alexandra Mary di Windsor, passata alla storia come Regina Elisabetta II, una donna che dall’alto del suo trono e dalla riservatezza dei suoi amati palazzi scozzesi ha visto il mondo cambiare, rivoluzionarsi, confondersi in una storia sempre in continuo divenire.
Impossibile non riconoscere la sua silhouette, iconica grazie a uno stile personale, elegante ed eccentrico, che tendeva invece ad abbinamenti più tradizionali, ma mai scontati: durante i suoi primi anni da regnante, Elisabetta si distinse per una classe e una sobrietà in grado di innalzarla a emblema del decoro, del dovere e della lealtà; colori vibranti, ma mai eccessivamente accesi, fantasie floreali, gonne lunghe e vestiti perfettamente adattati alla sua figura, e poi, per le serata più esclusive e importanti, meravigliosi abiti da sera.
Insostituibili i suoi stilisti di fiducia, i cortigiani Norman Hartnell (che disegnò e realizzò tutti i suoi abiti da sera e da cerimonia) e Hardy Amies (le cui creazioni, invece, andarono a comporre le mise da giorno della Regina), che riuscirono a soddisfare il suo lento e graduale cambiamento di stile, che la vide passare da una giovane principessa alla moda a una regina madre più austera, ma mai omologata.
Colori pastello, lunghi tailleur dal taglio elegante, scarpe comode e cappellini a dir poco particolari, di qualunque foggia e decorazione: questi gli ingredienti per creare una silhouette indimenticabile, che ha contribuito a rendere eterna la figura di una regina di per sé già celebre.
Con lei si chiudono 70 anni di storia mondiale, nonché un’esistenza dedicata esclusivamente alla corona: viene scelta come erede al trono nel 1936 e successivamente serve nella Auxiliary Territorial Service durante la seconda guerra mondiale; arriva poi il matrimonio con l’amato Filippo, e, in seguito alla prematura dipartita del padre, l’ascesa al trono nel 1953 e il suo primo discorso natalizio alla nazione nel 1957.
Giovanissima, Elisabetta si ritrovò a dover guidare un paese e a reggere il peso di una corona che pochi riuscirebbero a sopportare: 70 anni di regno e storia, un numero da record, 15 primi ministri conosciuti (l’ultima, Liz Truss, incontrata pochi giorni prima della morte), e un solo anno di resistenza finale dopo la morte del consorte Filippo, che colpì duramente la salute mentale e fisica della regina.
Ora che sarà il figlio Carlo a succederle e che l’Inghilterra si prepara a recitare “God Save The King” dopo quasi un secolo, di Elisabetta ci rimangono ricordi immortali, in grado di segnare la storia e la cultura di tutto il mondo.