Il nuovo mantra del lusso internazionale segue due principi fondamentali: proteggere e tutelare, recuperare e rispettare, una formula che vede una ricerca costante di sostenibilità e un continuo tentativo di riportare alla luce e di conservare un passato che è impossibile ignorare.
Diventa così essenziale riscoprire i cimeli simbolo delle diverse ere che hanno caratterizzato la storia di grandi maison, da Gucci a Chanel, per poter creare con una nuova consapevolezza e con basi solide, costruite su un’autorità innegabile.
Una frase pronunciata da Bernard Arnault, proprietario di LVMH, sintetizza perfettamente questo processo complesso, in evoluzione nel mondo della moda da quasi 30 anni; il CEO ha infatti affermato: “L’innovazione è più potente quando scaturisce da un’heritage preservata“.
Già negli anni ’80 e ’90 il valore delle gemme nascoste tra archivi e registri aveva catturato l’attenzione di alcuni giganti del settore, primo tra tutti Karl Lagerfeld, che sin dal suo esordio a Chanel ha studiato il passato per poter realizzare le sue visioni più futuristiche, innovative e rivoluzionarie.
“Faccio il giocoliere con quello che so e quello che non so di Chanel” affermava, rifacendosi poi a una delle citazioni più celebri dello scrittore e poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe, ossia “costruire un futuro migliore con le tracce del passato“.
Ironicamente, oggi il futuro della moda si costruisce anche con le tracce lasciate da Lagerfeld: Pier Paolo Piccioli volge lo sguardo alle sue creazioni e intuizioni per dare nuove forme all’identità Valentino, come The Beginning, la sua ultima collezione. Il passato, tuttavia, raggiunge le stelle grazie alle Cosmogonie, la più recente proposta di Gucci studiata e realizzata da Alessandro Michele, in cui mitologia, astrologia, filosofia e fantasia si contestualizzano in un mondo delle origini, di stelle e scintille.
In questo “supermercato della memoria”, come definito dall’antropologo americano Arjun Appadurai, il vintage rappresenta il punto d’incontro definitivo tra due epoche altrimenti spezzate: passato, presente e futuro si liquidano in un’unica dimensione temporale, libera e globalizzata.