La famiglia Chiarlo annuncia l’apertura del percorso artistico di Cannubi, ideato dal Maestro Ugo Nespolo in omaggio a Michele Chiarlo. Questo percorso celebra una collaborazione fruttuosa e durata oltre un decennio, accessibile al pubblico tutto l’anno (eccetto durante i giorni di vendemmia). L’iniziativa mira a rendere Cannubi un patrimonio ancora più condiviso e condivisibile, omaggiando la sua storia e il suo valore.
“È una giornata speciale per noi, non solo perché inauguriamo il percorso di Cannubi dedicato a nostro padre Michele, ma anche perché stiamo portando avanti un sogno che dura da quasi 70 anni. Con il Maestro Nespolo al nostro fianco, stiamo dando vita a un progetto che invita tutti a immergersi nella cultura e nella passione che queste viti rappresentano”, afferma Stefano Chiarlo, enologo e co-titolare.
Il percorso artistico di Cannubi prende ispirazione nel suo concetto dall’Art Park La Court, snodandosi tra i filari del cru più antico d’Italia, un cammino tra le vigne che non è decorazione estetica ma un profondo, sentito omaggio ad un’amata collina, uno spazio di visita trasformato in un’esperienza multisensoriale e artistica Attraverso installazioni tra i filari e nel ciabot, i visitatori possono immergersi nell’essenza del paesaggio e nella passione di chi lo coltiva. Questo progetto celebra la storicità vitivinicola del territorio e il suo valore culturale, consolidando il legame tra l’arte di Nespolo e la tradizione vitivinicola di Michele Chiarlo, sinergia che ha dato vita a progetti significativi, come l’Art Park La Court e l’etichetta per La Court Vignaveja Nizza DOCG Riserva.
“In questi decenni abbiamo messo insieme grandi vigne a Barolo, Barbaresco e nel Nizza. Le grandi vigne sono sempre state tutto per noi, ma a un certo punto abbiamo cominciato a guardarle con un occhio diverso. È successo precisamente nell’estate del 1996, durante una festa al tramonto a Cerequio. Allora il Palás era ancora una borgata diroccata, non c’era nulla, ma è stata la festa più bella che abbiamo mai fatto. Da lì l’idea: ci siamo resi conto che da queste grandi vigne non ci bastava più “solo” fare un grande vino, ma volevamo anche portarci la gente e condividerle con loro” aggiunge Alberto Chiarlo, direttore marketing e vendite e co-titolare.
Un progetto che celebra la storicità vitivinicola del territorio e il suo valore culturale, consolidando il legame tra l’arte di Nespolo e la tradizione vitivinicola di Michele Chiarlo, che nel tempo ha dato vita a progetti significativi come l’Art Park La Court e l’etichetta per un vino.