L’Espace Louis Vuitton Tokyo inaugura una nuova esposizione dedicata all’artista che ha ridefinito il concetto di immagine e celebrità: Andy Warhol – Serial Portraits.
La mostra, parte del programma internazionale “Hors-les-Murs” della Fondation Louis Vuitton, porta in Giappone una selezione esclusiva di opere provenienti dalla Collezione, molte delle quali raramente esposte, consolidando la missione culturale della Maison nel condividere l’arte contemporanea con un pubblico globale.
Figura poliedrica e visionaria, Andy Warhol fu illustratore, regista, produttore, scenografo, editore e conduttore televisivo. La sua carriera, iniziata nella New York degli anni Cinquanta, ha ridefinito la percezione dell’artista come icona mediatica, trasformando il volto e la fama in materia d’arte.
“Serial Portraits” esplora proprio questa moltiplicazione identitaria: dai primi autoritratti fotografici alle serigrafie dai colori saturi, Warhol si osserva e si reinventa, giocando con la ripetizione e la meccanizzazione del gesto artistico — un linguaggio che, ancora oggi, parla di cultura visiva e di società dell’immagine.
Il percorso espositivo si apre con una selezione di disegni a penna degli anni Cinquanta, tra cui Unidentified Male, che rivela un giovane Warhol intimo e raffinato, attento alla linea e alla forma.
Il viaggio prosegue con alcune delle sue opere più celebri: le fototessere di Self-Portrait (1963–64), il misterioso The Shadow (1981) e la serie Ten Portraits of Jews of the Twentieth Century, testimonianza della sua inesauribile ricerca tra arte, tecnologia e cultura popolare.
Il mito dietro gli occhiali scuri
Da dietro le lenti dei suoi celebri occhiali, Warhol continua a osservare e influenzare il mondo. Attraverso serigrafie, fotografie e autoritratti, l’artista americano dimostra una capacità unica di adattarsi, rinnovarsi e anticipare i linguaggi dell’immagine contemporanea.
Con Andy Warhol – Serial Portraits, la Fondation Louis Vuitton invita il pubblico a riscoprire il genio pop nella sua dimensione più intima e universale: quella del volto, riflesso infinito di un’epoca.


