Mantova è pronta ad ospitare la mostra “Picasso a palazzo del Te. Poesia e Salvezza”, curata da Annie Cohen- Solal, in collaborazione con Johan Popelard, a partire dal 5 settembre fino al 6 gennaio prossimo.
Allestita a Palazzo Te , prodotta dalla Fondazione Palazzo Te con la collaborazione del Museo Nazionale Picasso di Parigi e della famiglia dell’artista, la mostra presenta cinquanta opere del maestro simbolo del Novecento, tra cui alcune esposte per la prima volta in Italia.
“Nel 1930, quattrocento anni dopo la realizzazione della sala dei Giganti a Mantova – afferma la curatrice Annie Cohen- Solal – Picasso crea una serie di incisioni dedicate alle Metamorfosi di Ovidio, che rappresenteranno una proposta assolutamente affascinante capace di creare un dialogo diretto con Giulio Romano e le pitture rinascimentali del palazzo del Te. Picasso, emigrato in Francia nel 1900, fu marchiato dalla polizia e dall’Accademia di Belle Arti come straniero, anarchico, artista avanguardista fino al 1944 e ha dovuto cavalcare onde di xenofobia, venendo considerato “lo straniero, il parassita che avvelena l’arte”. Fu inizialmente accolto da un piccolo gruppo di poeti marginali e proprio nel mondo della poesia trovò gli strumenti per superare gli ostacoli legati alla sua condizione di straniero. La metamorfosi è la strategia adottata da Picasso per navigare magistralmente tra le tensioni della società francese e proprio la metamorfosi lo rese, a livello estetico, personale e professionale, un artista mercuriale che pochi critici in Francia riuscirono a decifrare appieno. Picasso nel 1955 decise di sistemarsi in Provincia piuttosto che nella capitale, preferendo gli artigiani agli Accademici delle Belle Arti, eleggendo il Mediterraneo come sua patria e costruendo la sua fama globale, una risposta sovversiva, in sintonia con la storia del palazzo del Te”.
Sono due le mostre dedicate a Pablo Picasso, accanto a quella di Mantova quella ospitata a palazzo Reale di Milano, dal titolo “Picasso lo straniero”, in programma dal 20 settembre 2024 al 2 febbraio 2025, mostra coprodotta da Marsilio Arte.
Entrambe sono curate da Annie Cohen Solal e nascono dalla collaborazione con il Museo Nazionale Picasso di Parigi. Fanno emergere un Picasso sconosciuto, in risonanza con il poeta e lo straniero. La mostra di Milano traccia il percorso di Picasso in Francia dal 1900 all’anno della morte, il 1973, attraverso fotografie, documenti della polizia, della famiglia e film d’epoca, che offrono una interessante chiave di lettura per comprendere le opere d’arte esposte.
“In senso figurato – afferma la curatrice Annie Cohen Solal- direi che Picasso è uno straniero perché non si lascia catturare dallo sguardo dell’altro, sia esso l’Accademia di Belle Arti che lo rifiuta e considera un artista d’avanguardia, sia esso la polizia francese che lo ritiene un paria.
La poesia entrerà nel mondo di Picasso nel momento di una grave crisi personale e professionale. Per un anno l’artista si allontanerà dal disegno, dalla scultura e dalla pittura e scriverà in catalano, in francese, in castigliano, realizzando delle forme ibride.
A Mantova esiste uno stretto rapporto tra l’artista Giulio Romano, il palazzo del Te e l’arte di Picasso e questo rapporto coincide con il lavoro che Picasso compie sulle Metamorfosi di Ovidio, che egli realizza su richiesta di Albert Skira nel 1931, che legge la metamorfosi, come fa l’artista, come cambiamento e come tema dominante.
Con il biglietto d’ingresso ad una mostra di Picasso i visitatori potranno accedere all’altra con il ridotto.