Per la prima volta dalla metà del XX secolo, i capolavori in marmo della collezione dei principi Torlonia superano i confini nazionali. A esporre la pregevolissima selezione è il Louvre, negli appartamenti d’estate di Anna d’Austria da poco restaurati. Gli stessi sono sede delle collezioni permanenti di sculture antiche fin dalla nascita del Museo.
Due «collezioni sorelle», scrive in una nota il museo. «Sono numerosi i marmi la cui presenza è attestata nella stessa collezione, in epoca rinascimentale e nei secoli successivi. Da queste origini condivise deriva il fatto che le due raccolte traducono materialmente la storia delle variazioni del gusto per l’antico e della sua presentazione. Le antichità del Louvre e quelle di via della Lungara disegnano così una storia della pratica della collezione».
La mostra ricostruisce gli inizi della Collezione Torlonia, la più importante raccolta privata di statuaria classica, iniziata da Alessandro Torlonia nella seconda metà dell’800. In questa sezione è esposto, tra l’altro, «Il caprone». Segue la galleria di ritratti, con la «Fanciulla da Vulci», e busti imperiali, tra cui quello di «Aquilia Severa», «capolavoro del genere», risalente all’inizio del III secolo d.C. La mostra riflette sulla pratica emblematica della copia delle più belle sculture greche, le «opera nobilia», sviluppatasi a Roma sin dal II secolo a.C., sul tema della danza e dell’immaginario dionisiaco e sulle caratteristiche originali della scultura romana.