Il turismo di lusso è sempre più in ascesa, sono questi i dati che emergono dal Luxury Hospitality Conference, organizzato a Milano all’Hotel Melià da Teamwork Hospitality in collaborazione con HotelMyPassion.
All’interno di un fatturato globale del settore alberghiero italiano stimato nel 2022 a 22 miliardi di euro, il comparto dei 5 stelle rappresenta il 28,5%, ovvero un valore pari a 6,3 miliardi. All’interno di un fatturato globale del settore alberghiero italiano stimato nel 2022 a 22 miliardi di euro, il comparto dei 5 stelle rappresenta il 28,5%, ovvero un valore pari a 6,3 miliardi.
Per quanto riguarda il ranking per regione, la Toscana primeggia, seguita da Lazio, Campania, Veneto e Lombardia. La classifica per città vede invece in pole position Roma come numero di camere 5 stelle, quindi Milano, Venezia e Firenze.
Tornando al 2022, il fatturato alberghiero generale (22 miliardi) dovrebbe superare per la prima volta quello del 2019, che ammontava a 21,4 miliardi. Per quanto riguarda la redditività, l’ebitda margin medio dei 5 stelle l’anno scorso si è attestato su 22,9% e la domanda è scesa di un punto percentuale rispetto al 2019, quando era al 74%, fermandosi invece al 73 per cento.
Il report inoltre evidenzia come tra i 5 stelle prevalgano hotel indipendenti, tuttavia, considerando il numero delle stanze, la maggiore quantità di camere lusso appartiene ad hotel di catena piuttosto che a indipendenti.
Per quanto riguarda il futuro, Ribaudo ha pronosticato che nei prossimi anni in Italia verranno aperti due hotel 5 stelle ogni mese, e infatti quest’anno si stimano 23 inaugurazioni di strutture lusso.
Crescono i consumatori giovani
Qualità nel valore, rarità, unicità, una fattura originale, un fascino estetico, personalizzazione e attenzione ecofriendly. E’ il lusso oggi, sempre meno legato alla funzionalità e sempre più alla comunicazione, al brand. In passato il concetto è stato abbinato anche “all’idea di spreco e di ostentazione, che potrebbe anche esserci – afferma Magda Antonioli, professore Università Bocconi e vicepresidente dell’Etc -, ma l’idea contemporanea è legata a più oggetti e persone, meno all’ostentazione, più alla ricercatezza, si lega alla moda, all’industria culturale-creativa”. In tutto ciò si conferma fondamentale la filiera che riesce ad attivare, in quanto “non è un comparto fine a se stesso”.
Tra i trend rilevati si nota una crescita forte dei consumatori giovani. Il lusso ha dimostrato di essere resiliente nel momento della pandemia ed ha visto un 2022 che “è stato un anno record, anche il primo semestre del 2023”, dice Antonioli. Le cifre parlano di 296 mld nel 2022, 346 mld nel 2023, con un +17%.