L’8 maggio, di fronte al Politecnico di Milano, Ilaria Lamera monta la propria tenda e inizia una protesta individuale, ma ben presto supportata e condivisa dall’intera classe universitaria italiana, una categoria sociale essenziale per il benessere del nostro paese e che, sempre con più veemenza, viene ostacolata e costretta a compromessi scomodi.
La protesta di Ilaria affonda le radici nella tematica del caro affitti, un problema concreto e solidificato nel panorama immobiliare italiano: il sovraffollamento nelle strutture universitarie si aggiunge a stanze e appartamenti con prezzi da capogiro, che poche famiglie e ben pochi studenti possono permettersi.
“I costi di Milano non permettono a studenti con famiglie normali alle spalle di prendere stanze in affitto. Io avevo trovato singole da 700 euro spese escluse, non potevo permettermele”, ha spiegato in un’intervista a Repubblica Ilaria Lamera.
Non soltanto Milano, però.
L’emergenza abitativa, infatti, esattamente come la protesta che la combatte, riguarda tutto il territorio italiano: di fronte alla Sapienza di Roma c’è un altro accampamento di studenti, e lo stesso accade a Cagliari, Pavia, Firenze, Bologna e Torino.
Dallo scorso autunno i prezzi delle stanze singole sono aumentati del +11% rispetto al 2021, tanto da raggiungere gli 800 euro medi a Milano, 600 a Roma e 500 a Bologna, come analizzato da un report di Immobiliare.it Insights.
“Siamo a fianco delle studentesse e degli studenti che manifestano: conosciamo bene le criticità, e per questo è stato istituito un fondo per finanziare contributi per l’alloggio“, ha dichiarato la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni.