Sembra uno scenario apocalittico quello che si vede oggi in Emilia Romagna, regione che, dopo le violente piogge degli ultimi giorni, sta gestendo una crisi territoriale e ambientale disastrosa e che, purtroppo, potrebbe essere solo il primo di molti fenomeni metereologici fuori controllo.
A confermare quest’affermazione ci sono le testimonianze di Paola Mercogliano e Guido Rianna, ricercatori della Fondazione Centro euro-mediterraneo sul cambiamento climatico (CMCC), intervistati dal giornale online Wired.
Piogge eccessive, estreme per la climatologia di una regione che, normalmente, registra un tasso di precipitazioni simili nell’arco di sei mesi e che, invece, le ha viste concentrarsi in tre giornate su un suolo già vulnerabile e fragile: la conseguenza principale di questo fenomeno è la saturazione del terreno, una situazione ideale per possibili frane; una dinamica amplificata, inoltre, dalla forte siccità che ha colpito la regione negli scorsi mesi.
I ricercatori specificano che è troppo presto per investigare le specifiche ragioni climatiche dietro alla tragedia, ma precisano che eventi simili avvenuti in territori climaticamente affini all’Emilia Romagna (come la penisola iberica), dimostrino una connessione significativa con la crisi ambientale e il cambiamento climatico.
“Studi recenti hanno mostrato come le condizioni straordinarie che attualmente la interessano (significativi deficit di precipitazione, temperature sino a 38° a Cordoba e sostanziale anticipo della stagione degli incendi) sono state ‘favorite’ dalle variazioni delle dinamiche atmosferiche potenzialmente indotte dal cambiamento climatico”, concludono Mercogliano e Rianna.