Cos’hanno in comune Squid Game e l’alta moda parigina di Louis Vuitton?
Un nome, quello del regista Hwang Dong-H-Heil, che in occasione dello show della maison a Seoul, capitale della Corea del Sud, ha collaborato per la realizzazione di un defilé scenografico e di impatto, sospeso sul ponte sommergibile Jamsugyo.
Giochi d’acqua e luci abbaglianti hanno così accompagnato una collezione che, fluidamente, si evolve in passerella senza alcuno sforzo: innovazione e origine si alternano, formando un percorso e raccontando una storia creativa in eterna trasformazione, che unisce estetica francese e sensibilità coreana.
Modelle dall’aria decisa avanzano in passerella sfoggiando giacche di nylon e giubbotti in vinile variopinti, minigonne in pelle, tute bicolore, pantaloni cargo, mini-dress, lunghi abiti in seta e gilet in maglia, valorizzati talvolta da grandi cinture di impatto, capelli dai colori brillanti, borse dal sapore streetwear e anfibi dalle tonalità elettriche.
Evidenti le contaminazioni del mondo della fantascienza e del cyberpunk, che si riformulano in una chiave sartoriale e credibile, mentre colpisce la presenza della cultura coreana in un hanbok, tipico abito da cerimonia coreano, qui rielaborato in un gioco di proporzioni e contrasti tra texture.