Per secoli le cosiddette “differenze” tra uomini e donne in amore hanno tormentato filosofi, studiosi, poeti e cittadini qualsiasi: i modi di dire al riguardo si sprecano, esattamente come i luoghi comuni che hanno finito, inevitabilmente, per contagiare la percezione di amore eterosessuale e “tradizionale” della nostra società.
Esistono davvero, però, delle differenze tra uomini e donne in campo amoroso?
Lo psicologo clinico Ritch C. Savin-Williams illustra uno studio da lui condotto su Psychology Today e cerca di dare una risposta a questa antichissima domanda.
Basandosi sulle teorie evoluzioniste di David Buss, Williams afferma che sì, donne e uomini inconsciamente utilizzano basi biologiche per scegliere il proprio partner (la componente maschile si baserebbe sulla percezione di fertilità della partner, mentre la loro controparte femminile, tenendo a mente il benessere della prole, sarebbe inclinata a ricercare un impegno emotivo maggiore), ma che questi impulsi sono stati rafforzati dalle dinamiche sociali.
Termini come eteronormatività, patriarcato e repressione sessuale sintetizzano perfettamente gli ostacoli che avrebbero potuto atrofizzare o modificare le inclinazioni romantiche di uomini e donne; uno studio diretto da dagli psicologi Bogdan Kostic e John Scofield della Missouri State University ha cercato di misurare l’impatto sociale sulle relazioni umane attraverso un questionario, prendendo come campione più di 3mila partecipanti.
I risultati dell’indagine confermano alcune differenze tra uomini e donne: quest’ultime, ad esempio, sembrano prediligere partner più ricchi e facoltosi (probabilmente a causa delle possibilità lavorative impari), mentre gli uomini si sono dimostrati più interessati alla bellezza e alla giovinezza di un possibile interesse romantico; entrambi i generi tuttavia hanno mostrato la medesima propensione verso le relazioni a lungo termine, mostrando però diverse preoccupazioni nell’eventualità di un tradimento (le donne, infatti, temono un tradimento emotivo, mentre gli uomini uno di natura sessuale).
Superando però i confini di genere e sessualità, le cosiddette “differenze biologiche” tra i binari di maschile e femminile si annullano: gli uomini omosessuali, infatti, rivelano un maggior livello di impegno e un desiderio genuino per le relazioni a lungo termine (più degli uomini eterosessuali), mentre donne lesbiche e bisessuali si sono allineate senza problemi ai risultati ottenuti dalle loro controparti esclusivamente interessate agli uomini.
L’esito rivela quindi una grande somiglianza affettiva e romantica tra gli abitanti di Marte e le abitanti di Venere, quasi come se queste aspettative e dinamiche fossero il risultato di secoli di politiche, dogmi e stereotipi, e non essenziali dettagli genetici.