Inizia oggi la Milano Fashion Week Donna, evento attesissimo che coinvolgerà tutta la metropoli lombarda e un pubblico variegato, proveniente da tutto il mondo.
Quest’anno la fashion week milanese promette un repertorio di eventi unici, stelle nascenti, designer dalla fama decennale, grandi ritorni e, per la prima volta, diversi défilé aperti al pubblico, tra cui quello di Diesel, che accoglierà oltre 7mila persone nel palazzetto dello sport di Allianz Cloud nella giornata di mercoledì 21 settembre.
Seguirà un altro fashion show pubblico, ovvero la sfilata di Anteprima, marchio del giapponese Izumi Ogino, che festeggerà all’Arena i suoi 30 anni, mentre altri marchi, come Prada e Philosophy di Lorenzo Serafini, hanno scelto il mondo digitale e del metaverso per gestire i propri eventi; novità assoluta sono anche le sfilate aperte al pubblico organizzate dall’e-commerce tedesco About You (che si terranno dal 20 al 24 settembre).
La Milano Fashion Week quest’anno conta 210 appuntamenti, tutti dedicati alle collezioni di prêt-à-porter donna per la primavera-estate 2023, con 68 sfilate (di cui 7 in formato digitale), 111 presentazioni e una trentina di eventi paralleli.
Grande focus quest’anno per i giovani talenti, come evidenziano la mostra collettiva delle migliori scuole di moda “Milano Moda Graduate” e l’inaugurazione del Fashion Hub di Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) , che presenta una selezione di giovani designer italiani e diversi progetti, tra cui Black Lives Matter in Italian Fashion, Budapest Select, Designer for the Planet e l’iniziativa per i designer ucraini Hope Fashion Ukraine.
In programma, infine, troviamo grandi nomi dell’industria, come Fendi e Roberto Cavalli (mercoledì), Max Mara, Prada e Moschino (giovedì), Tod’s e Versace (venerdì), Dolce&Gabbana e Trussardi (sabato), e Giorgio Armani (domenica); ritornano dopo una breve assenza Antonio Marras, Hugo Boss, Moncler e Salvatore Ferragamo; comeback anche per Vivetta e Stella Jean, che nel suo show ospiterà anche sei designer che provengono da minoranze attraverso il collettivo WAMI (We Are Made in Italy).