Inizia in Calabria la storia di Giovanni Maria Versace, secondo figlio di una sarta di Reggio Calabria: è inverno, la Seconda Guerra Mondiale è ancora fresca nella mente dell’Italia e il mondo del piccolo Giovanni si popola ben presto di tessuti, bozzetti, manichini, di bellezza.
Finisce a Miami Beach, invece, la leggenda di Gianni Versace, stilista e fondatore di una delle più grandi maison mai create: è estate, mancano soltanto tre anni al nuovo millennio e mentre Gianni Versace sale le scale della sua villa affacciata su Ocean Drive, un giovane disturbato e già avvezzo alla violenza, Andrew Cunanan, gli spara, freddandolo da lì a poche ore.
Si interrompe così un’ascesa artistica e storica che ha segnato un’epoca, e che tutt’ora sopravvive grazie a un marchio che ha davvero cambiato il modo di percepire e fare moda: Versace oggi svetta in quanto maison in grado di ridisegnare le regole e le aspettative della fashion, dimostrando che il seme creativo di Gianni Versace ha prosperato, diramandosi in nuove forme, concetti e archetipi; un visionario e inventore, capace di ricreare un tessuto del passato in un’ottica moderna come l’Oroton, che ricalca le texture delle maglie medievali, e soprattutto, “uno stilista del suo tempo“, come spesso si definiva.
Un mondo influenzato dalla mitologia greca, che il designer scoprì, innamorandosene, durante la sua infanzia a Reggio Calabria (e grazie a cui scelse la testa di Medusa per rappresentare la propria etichetta), un mondo in cui barocco, aggressività, sensualità e cultura pop ridefiniscono ogni capo e ogni scelta artistica: Gianni Versace scelse Naomi Campbell, che presto divenne la sua musa, perché in grado di incarnare questi aspetti con ogni suo movimento, e allo stesso modo li plasmò perché potessero calzare un’appena divorziata Lady Diana, che tristemente sarebbe morta soltanto un mese dopo il designer.
Gianni Versace sopravvive anche attraverso l’adorata sorella Donatella Versace, nuovo volto e mente dietro alla maison a cui diede forma insieme al fratello, e nel compagno che fu con lui fino al suo ultimo respiro, Antonio D’Amico.