Insieme ad Arezzo e Vicenza, a Valenza c’è il 55% degli addetti italiani di gioielleria, bigiotteria e lavorazione delle pietre preziose.
Per le difficoltà del 2020, alcune “sottofiliere”, in primis quella dell’abbigliamento, hanno sofferto più di altre, come dimostra anche la proroga del blocco dei licenziamenti al 31 ottobre decisa dal Governo per il tessile-moda-calzature.
«Abbiamo certamente attraversato una crisi senza precedenti, ma come Club – aveva spiegato Giorgio Villa, eletto presidente del Club degli Orafi in aprile per il triennio 2021-2024 – pensiamo e ci impegneremo affinché il 2021 possa essere davvero un anno di cambio di rotta, di ritorno alla normalità e alla crescita, seppur contenuta».
Per quanto riguarda Valenza: «Nonostante la congiuntura economica 2020 sia stata particolarmente negativa per questo distretto orafo – spiega Romina Galleri, economista della Direzione Studi e Ricerche di Intesa-Sanpaolo – la qualità del tessuto produttivo e il buon grado di patrimonializzazione acquisito nel tempo e gli investimenti in formazione e capitale umano rassicurano sul fatto che le difficoltà potranno essere superate».
«Valenza, rispetto ad Arezzo e Vicenza, tradizionalmente è focalizzata sulla gioielleria di alta gamma, grazie alla presenza di numerose imprese artigiane altamente specializzate». Tornando alla qualità del tessuto produttivo, Romina Galleri sottolinea la percentuale di patrimonializzazione delle aziende di Valenza, 45,5%, nettamente superiore ad Arezzo (29,8%) e Vicenza (34,5%).
«È un dato importante, che ha sicuramente consentito alle imprese del distretto di affrontare con una buona solidità patrimoniale il crollo dei consumi causato dalla pandemia. I margini operativi netti in percentuale del fatturato sono pari al 7,8%, più del doppio rispetto agli altri due distretti italiani, 3,4% per Vicenza e 3,3% per Arezzo».
Un ulteriore stimolo alla ripresa del distretto viene dal progetto di espansione di Bulgari: già oggi quella di Valenza della maison del gruppo Lvmh è la fabbrica di gioielli più grande d’Europa. In era pre-Covid era stato annunciato il raddoppio del polo produttivo inaugurato nel 2017, con l’assunzione di altre 600 persone a partire dal 2022 come confermato nei mesi scorsi dall’amministratore delegato di Bulgari Jean-Christophe Babin in occasione di alcuni eventi organizzati dalla maison.