Il post Covid? Una bella gita tra vigneti e degustazioni di vini. Le scampagnate fuori porta alla ricerca di esperienze enologiche non sono solo un auspicio per il 2021, ma potrebbero fornire anche una risposta concreta per la ripresa dell’economia italiana. Il comparto dell’enoturismo vale già oggi più di 2,5 miliardi di euro, con il paradosso che in realtà ci sono ampi margini di crescita.
Le potenzialità del settore non vengono infatti sfruttate a pieno, vuoi per mancanza di conoscenze specifiche che consentano di comprendere a fondo lo scenario, oppure perché non si posseggono gli strumenti per realizzare strategie adeguate. Il principale problema delle cantine italiane, secondo la società di consulenza del settore Vinodilà, è la mancanza di spirito imprenditoriale, che porta a sottovalutare i mercati digitali.
Anche quando sono attive online, le cantine sfruttano solo una minima parte della rete. Inoltre, nonostante a livello nazionale l’enoturismo sia dal 2019 normato da legge apposita, manca nella quasi totalità delle Regioni la legge attuativa. Un’altra questione che rende non semplice l’organizzazione del lavoro è la sovrapposizione di vari aspetti giuridici e contabili, che provoca una grande confusione dal punto di vista normativo ed amministrativo riguardo ciò che le aziende di produzione agroalimentare possano e non possano fare, lasciandole disorientate.
Alle potenzialità digitali, si aggiungono le caratteristiche intrinseche dell’enoturimo. Sempre secondo Vinodilà, il turismo enogastronomico è uno dei settori che, per target di riferimento e caratteristiche delle attività proposte, si possono adattare più facilmente alle nuove esigenze e alle restrizioni imposte nella fase di ripartenza. Piccoli gruppi, attenzione per i dettagli e spazi aperti sono infatti già intrinsechi nell’enoturismo di qualità. In più, il comparto soddisfa perfettamente le esigenze del turismo di prossimità, quindi è al momento tra i pochi settori che possa rimanere attivo.
Il contesto internazionale d’altronde vede l‘enoturismo in forte ascesa a livello mondiale, un trend confermato anche in Italia. Il punto fisso pensando al futuro, al di là del periodo Covid attuale, nel quale comunque il turismo enogastronomico rimane tra le poche possibilità di svago, si chiama esperienza. Il turista vuole vivere emozioni, incontrare persone vere, fare esperienze uniche ed autentiche. Puntando su questi fattori i 2,5 miliardi attuali del settore potrebbero valere nel tempo molto di più.