Un recente indagine di McKinsey sui Chief Procurement Officer (CPO) del settore dell’abbigliamento mette in evidenza cinque trend che stanno ridisegnando l’approvvigionamento nel settore dell’abbigliamento e delle calzature: alcuni di questi trend sono stati già implementati da alcuni player, mentre altri richiedono uno sforzo di collaborazione tra brand e fornitori. I brand che adottano le strategie migliori possono trarre vantaggio competitivo.
Le modalità di gestione delle supply chain globali da parte dell’industria dell’abbigliamento e delle calzature sono state interessate dai cambiamenti legati alla complessità del contesto attuale. Sebbene ci si aspettasse che l’estensione delle supply chain globali riducesse le possibilità di un’interruzione, la pandemia e le conseguenti variazioni della domanda hanno portato a un esito diverso. In un contesto di volatilità prolungata, inoltre, i brand si trovano a dover ripensare le proprie strategie in ambito di fornitura.
Quali i trend che ne stanno ridefinendo la catena di approvvigionamento del settore ?
-
Puntare sull’efficienza in un contesto di volatilità della domanda
I marchi hanno riorientato la propria attenzione, puntando a combattere la volatilità della domanda, le tensioni geopolitiche e l’inflazione dei costi di spedizione e delle materie prime.
Per la metà degli intervistati, l’efficienza dei processi end-to-end rappresenta oggi una priorità nell’ambito dell’approvvigionamento, guadagnando attenzione rispetto agli anni passati – nel 2019 era al quarto posto.
Parallelamente, quasi il 70% degli intervistati prevede di migliorare i costi di sourcing nel breve termine, il che ha portato a riflessioni su come migliorare la competitività e ottenere una crescita duratura.
I brand sono già passati all’azione: per affrontare queste sfide, alcune aziende hanno implementato soluzioni strategiche che combinano dati e intelligenza artificiale, pratiche di approvvigionamento più competitive e strategie di negoziazione ed esecuzione migliorate. Ciò ha permesso loro di ridurre i costi in modo sostanziale, snellire le operazioni e rafforzare le relazioni con i fornitori.
Ad esempio, un’azienda statunitense leader nel settore dell’abbigliamento sportivo ha utilizzato soluzioni digitali e basate sui dati per esaminare la ripartizione dei costi dei prodotti, identificare le opportunità di migliorare i costi unitari dei tessuti e il consumo di materiali e ridurre i costi delle calzature e dell’abbigliamento. Così facendo ha avviato un processo di sourcing più competitivo.
-
Ricalibrare il proprio processo
L’instabilità geopolitica e il suo impatto sulla delocalizzazione delle forniture è stata una delle principali preoccupazioni dei dirigenti del settore moda emerse dalle analisi di McKinsey.
Oggi i marchi devono affrontare la complessa sfida di riequilibrare il proprio assetto di approvvigionamento globale. In primo luogo, vogliono diversificare per migliorare la resilienza della catena di approvvigionamento, evitando un’eccessiva dipendenza da un’unica area geografica. In secondo luogo, i marchi puntano al nearshoring per migliorare velocità, costi e agilità. Localizzando la produzione più vicino ai mercati di consumo, possono ridurre i tempi di consegna e i costi di spedizione e importazione, reagendo più rapidamente alle nuove tendenze e riducendo le scorte.
Ad esempio, le aziende di abbigliamento e calzature che cercano di diversificare la propria base di fornitura preferiscono i Paesi del Sud-Est asiatico. La regione rappresenta attualmente il 33% del valore totale degli approvvigionamenti in tutte le aree geografiche, una cifra destinata ad aumentare nei prossimi cinque anni. Man mano che i marchi ricalibrano la propria presenza, il Bangladesh, l’India e il Vietnam rappresentano punti caldi per le operazioni future: oltre il 40% degli intervistati prevede di aumentare l’approvvigionamento in questi mercati.
Nonostante gli sforzi in corso, la ridistribuzione degli approvvigionamenti è stata più lenta del previsto a causa dei vincoli di capacità. La Cina rimane uno dei maggiori produttori globali di abbigliamento: nel 2023, rappresentava il 28% e il 21% del totale delle importazioni di abbigliamento in termini di valore rispettivamente nell’Unione Europea e negli Stati Uniti.
Il nearshoring emerge tra le principali priorità dei dirigenti: sebbene i suoi benefici siano evidenti, la quota di importazioni in Europa e negli Stati Uniti da paesi di nearshoring come l’America centrale e il Messico è rimasta piatta dal 2018 a causa di diverse sfide, che McKinsey prevede verranno affrontate progressivamente nei prossimi anni.
-
Ristrutturare le relazioni strategiche con produttori e fornitori
I marchi stanno rivalutando il proprio approccio nei confronti di produttori e fornitori, ponendo l’accento su partnership strategiche a lungo termine per migliorare la pianificazione della domanda e della produzione, la resilienza e l’efficienza.
Il consolidamento della base di fornitori è una parte naturale di questo cambiamento: il 71% dei marchi lo considera una priorità medio-alta per la propria strategia nei prossimi cinque anni. Gli intervistati hanno anche riferito che le relazioni più consolidate (tra cui impegni di volume a lungo termine, piani strategici condivisi da tre a cinque anni e partnership di collaborazione) rappresentano il 43% della base di fornitori totale di abbigliamento, in aumento rispetto al 26% del 2019, e potrebbero raggiungere il 51% entro il 2028.
In quest’ottica, emerge che la resilienza della catena di fornitura e la competitività dei costi rimangono criteri chiave: tre quarti degli intervistati danno priorità ai fornitori in base all’affidabilità e alle prestazioni.
-
Raggiungere ambiziosi obiettivi in termini di sostenibilità
I marchi stanno raddoppiando gli sforzi di compliance, man mano che emerge un maggior numero di normative in termini di sostenibilità.
La riduzione delle emissioni nell’abbigliamento richiederà probabilmente una stretta collaborazione con i produttori e i fornitori a monte, in aree come la produzione, la preparazione e la lavorazione di materiali ad alta intensità energetica, che rappresentano il 70% delle emissioni per i produttori di abbigliamento.
Oltre l’80% degli intervistati ha dichiarato che le certificazioni ambientali, sociali e di governance, la trasparenza e la tracciabilità e l’utilizzo di materiali sostenibili sono diventati prerequisiti nella selezione dei fornitori. I marchi si assicurano che i fornitori aderiscano agli standard di sostenibilità principalmente utilizzando scorecard (92% degli intervistati) e audit di terze parti (78%). Parallelamente, i marchi stanno elevando i propri obiettivi per i materiali sostenibili: ad esempio, nel 2023 nel 2023, l’86% degli intervistati ha dichiarato di voler utilizzare poliestere riciclato nei prossimi cinque anni, con un aumento di 19 punti percentuali rispetto al 2019.
Tuttavia, sebbene l’approvvigionamento etico sembri riguardare solamente un tema di tracciabilità dei prodotti, la scarsa trasparenza dei dati rimane un ostacolo.
Al contempo, i brand non sono gli unici a concentrarsi sugli obiettivi di sostenibilità: anche i produttori e i fornitori stanno adottando queste pratiche per rimanere competitivi.
-
Favorire efficienza e collaborazione attraverso soluzioni digitali
Negli ultimi anni le aziende sono state interessate da una crescente innovazione e digitalizzazione.
I marchi hanno accelerato l’integrazione dell’innovazione digitale in aree come la progettazione dei prodotti e l’efficienza dei costi di spedizione-logistica: ad esempio, oltre l’80% delle aziende utilizza la modellazione 3D e la campionatura digitale. Grazie agli strumenti digitali e analitici, gli attori della catena del valore possono non solo migliorare le proprie prestazioni operative (ad esempio, nello sviluppo dei prodotti, definendo soluzioni a basso costo che mantengano la qualità), ma anche utilizzare la trasparenza dei dati per supportare il processo decisionale fact-based.
Per sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie digitali, le aziende devono dare priorità alla riprogettazione dei processi, al miglioramento della qualità dei dati e all’integrazione dei sistemi per consentire operazioni efficienti.