Si conclude dopo nove anni il primato italiano per la produzione vinicola nel mondo, a causa di un periodo particolarmente critico per la viticoltura e, in generale, per le numerose industrie agricole, alimentari e gastronomiche nostrane.
La crisi climatica, infatti, ha determinato un’instabilità metereologica decisiva, tra un alternarsi di piogge torrenziali, lunghe settimane di siccità e afa insopportabile, causa, a loro volta, di una serie di parassiti, muffe e malattie delle piante; ad amplificare una situazione di per sé già critica ha contribuito la carenza di lavoratori agricoli, una mancanza che sta indebolendo tutta la produzione italiana in generale.
Questo emerge dalle analisi dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino che, mondialmente, ha registrato per il 2023 il livello più basso di produttività dal 1961: la produzione a livello globale ha raggiunto i 244,1 milioni di ettolitri, con un calo del -7% rispetto all’anno scorso, mentre in Italia si parla di un valore pari al -12% rispetto al 2017.
In cima alla classifica europea di produzione vinicola si erge dunque la Francia, seguita dal nostro paese e dall’eterna medaglia di bronzo della Spagna, che, a causa della siccità, ha raggiunto di nuovo i minimi storici dopo vent’anni di stabilità.