Il Centre Pompidou dedica una mostra monografica a una delle pittrici tra le più moderne del primo Novecento, Suzanne Valadon, a lungo ricordata per essere la madre dell’artista Utrillo.
La mostra monografica si è aperta a distanza di anni dall’ultima monografica che le ha dedicato la Francia, nel 1967, al Musée National d’arte Moderne, proseguita con l’omaggio all’artista nel 2023 al Centre Pompidou Metz e poi al Musée des Beaux Arts de Nantes e al Museu National d’Art de Catalunya nel 2024.
L’esposizione è visitabile fino al 26 maggio e vuole porre in luce questa figura eccezionale di pittrice, tra le poche donne protagoniste di quella stagione aurea che ebbe come epicentro Montmarte, a cavallo tra Otto e Novecento.
L’artista era di umili origini, nata Marie Clementine, fu ribattezzata Suzanne Valadon da Toulouse Lautrec con riferimento maligno all’episodio biblico di Susanna e i vecchioni, con cui l’artista ribattezzava la donna, ragazzina modella, non ancora diventata pittrice, per il suo legame con Puvis de Chevannes, di quaranta anni più anziano.
L’esposizione monografica si concentra in particolare sul disegno e la pittura, con una forte attenzione all’opera grafica, esplorata attraverso la presentazione di un gran numero di disegni raramente esposti fino ad oggi.
La mostra ripercorre la vita di Suzanne Valadon dagli esordi come modella preferita da molti artisti di Montmartre ai primi esordi come pittrice e al successivo riconoscimento artistico da parte di colleghi e critici.
Cinque sono le sezioni tematiche dell’esposizione, che conta anche una selezione di documenti inediti e opere di artiste a lei contemporanee, come Georgette Agutte, Jacquiline Marval, Emilie Charmy e Héléne Delasalle. I documenti su Suzanne Valadon sono stati lasciati in eredità al Centre Pompidou nel 1974 da un collezionista caro amico dell’artista, Robert La Masle, comprendente fotografie, manoscritti e documenti ora conservati alla Bibliothèque Kandinsky, che offrono una testimonianza preziosa della personalità ribelle della Valadon e del suo precoce riconoscimento artistico.