Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Christian Dior, presenta la collezione Haute Couture primavera-estate 2025, esplorando il concetto di “nonsense” come espressione di fragilità e forza nel percorso di crescita personale. La fragilità femminile si trasforma in un gioco di strategia e progettualità, diventando un elemento chiave del processo creativo. Chiuri immagina un “Paese delle meraviglie” in cui la forma, tradizionalmente rigida e strutturata, si libera dalle costrizioni per diventare un mezzo di sperimentazione e modularità.
La sfilata si svolge in un’atmosfera onirica, con dettagli che richiamano un mondo fantastico: creste punk realizzate con piume e fiori di rafia, arazzi giganteschi ricamati dagli Atelier Chanakya di Mumbai sotto la direzione di Karishma Swali, e opere dell’artista indiana Rithika Merchant che evocano paesaggi fiabeschi. Chiuri decostruisce l’aspetto esteriore, mettendo a nudo la struttura degli abiti, come nel caso delle crinoline, che diventano simbolo di essenzialità e al tempo stesso di copertura, proprio come una tela che si trasforma in tessuto ricamato per una giacca.
Il concetto di “nonsense” è centrale nella visione di Chiuri, che cita il “Piccolo vocabolario della moda” di Christian Dior, dove il nonsenso è descritto come “un impermeabile abbinato a un vestito da sera”. Questo gioco di contrasti tra ordine e disordine, senso e nonsenso, riflette l’evoluzione della cultura e della comunicazione, come sottolineato nel libro *Nonsense* di Susan Stewart. La crinolina, ad esempio, non è solo un elemento storico, ma diventa un racconto contemporaneo, simbolo di un percorso di crescita femminile che ricorda il film *Marie Antoinette* di Sofia Coppola, dove il nonsense e l’immaginazione si intrecciano con le difficoltà del diventare adulti.
La collezione si caratterizza per una serie di elementi iconici: crinoline, giacche napoleoniche, abiti trapèze e ricami realizzati con crine, filo di lana e rafia mista a filo d’oro. Le gonne corte, le cappe ricoperte di petali e gli abiti che esplodono in corolle al busto sono tutti parte di un gioco creativo che svela e nasconde, trasformando l’atelier in uno spazio di immaginazione senza limiti. Chiuri si ispira al concetto di “modulo”, utilizzato da grandi compositori come Händel e Rossini, che riutilizzavano intere sezioni musicali in opere diverse, creando un gioco di rimandi. Allo stesso modo, i “moduli di moda” diventano strumenti per esplorare la creatività, con una moda che è al tempo stesso coraggiosa e fragile, come l’incoscienza dei bambini.
Questa collezione non è solo una celebrazione dell’arte sartoriale, ma anche una riflessione sulla moda come linguaggio in continua evoluzione. Attraverso abiti unici e dettagli ricercati, Chiuri dimostra come ogni collaborazione possa dare vita a un nuovo vocabolario creativo, in cui il nonsenso diventa una forza vitale per una moda che gioca a rivelare e nascondere la sua essenza.