Le esportazioni di orologi svizzeri tornano a registrare un andamento negativo. Dopo un aumento del 7,2% nel mese di ottobre, a novembre si è verificata una flessione del 3,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, per un valore complessivo di 2,4 miliardi di franchi (circa 2,6 miliardi di euro al cambio attuale). Il dato cumulativo dell’anno mostra ora un calo del 2,7%, attestandosi a 23,9 miliardi di franchi (pari a 25,6 miliardi di euro).
Tra le categorie, gli orologi in acciaio hanno segnato il maggior calo, con una contrazione del 5,8%. Anche i modelli in metalli preziosi hanno subito un lieve arretramento del 2,2%, mentre i bimetallici sono rimasti quasi invariati (-0,6%). La flessione ha coinvolto tutte le fasce di prezzo: i segnatempo con un valore inferiore ai 500 franchi (536 euro) hanno perso il 6,1%, mentre la fascia compresa tra 500 e 3000 franchi (536-3200 euro) ha subito un calo più marcato, pari al 14,9%. Gli orologi di lusso, con un prezzo superiore ai 3000 franchi (3200 euro), hanno mostrato maggiore resilienza, registrando una leggera flessione dello 0,9%.
A livello geografico, gli Stati Uniti si sono distinti come l’unico mercato tra i primi dieci a registrare una crescita, pari al 4,7%. Il Giappone ha contenuto il calo al 2,5%, mentre risultati più critici sono emersi a Hong Kong (-18,8%) e in Cina (-27,0%). Anche il Regno Unito (-8,3%), Singapore (-6,1%) e gli Emirati Arabi Uniti (-4,9%) hanno evidenziato diminuzioni significative. Nonostante ciò, mercati di dimensioni minori hanno mostrato dinamiche positive: la Corea del Sud ha segnato un aumento del 21,7%, seguita dalla Spagna (+33,5%) e dall’India (+59,7%).