La campagna Tod’s A/I 24/25 Italian Stories segna l’inizio di un nuovo racconto che, attraverso luoghi unici e momenti di vita quotidiana, celebra lo stile di vita italiano. Scattata dalla fotografa di fama internazionale Zoë Ghertner, la campagna ha come sfondo Villa Il Palazzetto, a Monselice (PD).
La dimora secentesca della famiglia Businaro, restaurata negli Anni Sessanta dall’architetto e amico Carlo Scarpa, diventa cornice di storie di vita contemporanea che celebrano i valori simbolo dell’Italian Lifestyle: famiglia, ospitalità e stile senza tempo.
Arte, architettura e oggetti di design si fondono con uno modo di vivere spontaneo, in un’atmosfera in cui i prodotti iconici di Tod’s definiscono l’essenza dello stile italiano: un’eleganza naturale e senza tempo, una formalità rilassata, la grande qualità e la ricerca di lavorazioni preziose e sofisticate. La collezione rilegge le regole della selleria, attraverso un lusso destrutturato che definisce una nuova sapienza artigianale.
La storia e le tradizioni italiane si ritrovano nel racconto della famiglia Businaro e nelle tappe architettoniche della loro Villa Il Palazzetto di Monselice (Padova). Un luogo che ha tramandato arte e tradizioni fino ai tre fratelli, Francesco, Federico e Ferdinando, che tutt’oggi la abitano. Grazie agli scatti di Tod’s, la Villa diventa esempio e inizio del racconto Italian Stories che, attraverso immagini e video, illustra il mondo unico dello stile di vita italiano.
“Il mediocre non ci interessa, il bello lo conosciamo, andiamo alla ricerca del sublime”. Questa la filosofia comune di Aldo Businaro, proprietario committente del restauro della villa, e dell’architetto modernista e amico Carlo Scarpa.
Da più di un secolo di proprietà della famiglia Businaro, Villa Il Palazzetto è un esempio di sincretismo architettonico italiano: costruita nel 1627, vanta interventi firmati da Carlo e Tobia Scarpa, secondo un progetto avviato dal padre negli Anni Settanta e concluso dal figlio nel 2006, “da padre a figlio, da figlio a padre”, come proprio Tobia ha rimarcato, a dimostrazione di come l’arte e l’architettura abbiano sempre caratterizzato il gusto del bello e della sperimentazione in Italia. Testimonianza di un lungo racconto in cui arte e vita, fantasia e concretezza si sono incontrate nel tempo, creando un esempio perfetto di una storia italiana che si è costruita sulle tradizioni e sull’amore per il bello: i muri del XVII secolo convivono accanto a opere moderne e contemporanee, o a pezzi d’arredamento firmati da grandi nomi della tradizione italiana e internazionale. Villa Il Palazzetto è anche la testimonianza di un lungo racconto in cui arte e vita, fantasia e concretezza si sono incontrate nel tempo, uno dei più significativi esempi di genio italiano.
Aldo Businaro, imprenditore e ambasciatore del design italiano nel mondo, si trasferì a vivere nella Villa negli Anni Sessanta. “I lavori di ristrutturazione hanno richiesto tempi lunghissimi. I primi anni vivevamo tutti in una stanza, l’unica in cui non pioveva dentro” racconta Ferdinando. Una casa-manifesto che sigilla un’amicizia tra generazioni e famiglie e che rappresenta anche quell’arte del ricevere che così ben riassume lo stile di vita italiano.
Dall’esterno, colpisce in particolare il dettaglio della scala in cemento, che garantisce l’accesso al piano nobile. Intervento che sconvolge e travolge l’armonia delle antiche forme dell’edificio. Venne commissionata, negli Anni Settanta, da Aldo Businaro all’amico Carlo Scarpa, architetto modernista al tempo già celebre a livello internazionale.
Il progetto della scala per la Villa rimase però incompiuto per molti anni, fino a quando Ferdinando Businaro, terzogenito di Aldo, decise di chiedere a Tobia, figlio di Carlo Scarpa, di concludere l’opera. Dopo cinque anni, il designer e architetto accettò di reinterpretare e portare a termine il progetto nella forma in cui si può vedere oggi: un risultato che sintetizza la tradizione architettonica italiana, fatta di stratificazioni e di maestria.
La Villa è un “pezzo unico”, un microcosmo che con il tempo ha aggiunto bellezza, impreziosendosi di arte e storia italiana. Del resto, l’anima del luogo è perfettamente spiegata dalla scritta che si trova all’esterno: Per rinnovare la cultura nel tempo e salvarne testimonianza, Aldo e Lucia Businaro, dall’anno 1965, con il geniale contributo di Carlo e Tobia Scarpa, questo luogo restaurarono, per ameno vivere e felicemente ricevere.