In un momento in cui la Fiat (conglobata, ormai, nella multinazionale Stellantis) e i suoi “marchi di famiglia” sembrano allontanarsi sempre di più da Torino, con la notizia della messa in vendita dello stabilimento Maserati (ex Carrozzeria Bertone) di Grugliasco, acquistato dieci anni fa (nel 2013) da Sergio Marchionne, proprio dal mondo-Tridente è arrivata in questi giorni una gloriosa ricorrenza: i 60 anni della Maserati Quattroporte.
Il 30 ottobre 1963, al 45° Salone dell’Auto di Torino, fu. infatti. presentata la mitica berlina di lusso Maserati, ormai arrivata alla settima generazione. Completamente elettrica, come previsto dalla “transizione energetica” – entro il 2030 – del gruppo Stellantis. Quindi, la nuova berlina dovrebbe poggiare sulla piattaforma STLA Large, che già fa da base alla maggior parte dei tredici modelli “a pile” di Stellantis. Ma sarà comunque sportivissima.
Il 30 ottobre 1963, al 45° Salone dell’Auto di Torino, fu. infatti. presentata la mitica berlina di lusso Maserati, ormai arrivata alla settima generazione. Completamente elettrica, come previsto dalla “transizione energetica” – entro il 2030 – del gruppo Stellantis. Quindi, la nuova berlina dovrebbe poggiare sulla piattaforma STLA Large, che già fa da base alla maggior parte dei tredici modelli “a pile” di Stellantis. Ma sarà comunque sportivissima.
Tornando a quell’autunno 1963, l’arrivo della Quattroporte segnò il debutto di una categoria fino ad allora sconosciuta, quella delle ammiraglie ad alte prestazioni.
Il designer Pietro Frua si occupò della linea vettura, ideando delle splendide forme ispirate alla Maserati 5000GT. Dentro il cofano motore venne collocato un V8 da 4.2 litri e 260 Cv, derivato proprio dalla granturismo, che consentiva all’auto di toccare i 230 km/h, facendone la berlina più veloce di quel periodo.
Il modello presentava anche soluzioni meccaniche in anticipo sui tempi, come il servosterzo e i quattro freni a disco con comando idraulico servoassistito. E, all’interno, un “salotto” dotato di ogni comfort, foderato in morbida pelle e impreziosito da pregiati inserti in legno. Un successo di critica e di vendite.
La seconda serie arrivò nel 1974, con soluzioni mutuate dalla Citroen SM, che non convinsero nè pubblico nè critici: erano tempi duri per la Maserati, prima salvata dall’intervento dello Stato e poi acquistata dalla storica rivale modenese, la De Tomaso.
Il rilancio è datato 1979, con la terza generazione della Quattroporte, firmata da Giorgetto Giugiaro, che rimarrà in produzione fino al 1990, diventando la berlina simbolo persino del Quirinale.
Nel 1994, arrivò la quarta generazione, la prima con il marchio Fiat, griffata dal Maestro Marcello Gandini. E nel ’98, tocca alla Quattroporte Evoluzione, presentata dalla Ferrari, allora proprietaria del marchio Maserati, all’interno del gruppo Fiat.
Nel 2003, ecco la quinta serie, con il design esclusivo di Pininfarina (ben 23.000 modelli venduti!), leggermente modificata “in casa”, nel 2013, dalla sesta generazione, che ha rappresentato un naturalmente prolungamento (per la prima volta persino con modelli a gasolio), fino ai giorni nostri, della Quattroporte di Pininfarina.
E adesso toccherà alla “settima meraviglia“: la aspettiamo, a metà 2024, con entusiasmo e curiosità.
Il designer Pietro Frua si occupò della linea vettura, ideando delle splendide forme ispirate alla Maserati 5000GT. Dentro il cofano motore venne collocato un V8 da 4.2 litri e 260 Cv, derivato proprio dalla granturismo, che consentiva all’auto di toccare i 230 km/h, facendone la berlina più veloce di quel periodo.
Il modello presentava anche soluzioni meccaniche in anticipo sui tempi, come il servosterzo e i quattro freni a disco con comando idraulico servoassistito. E, all’interno, un “salotto” dotato di ogni comfort, foderato in morbida pelle e impreziosito da pregiati inserti in legno. Un successo di critica e di vendite.
La seconda serie arrivò nel 1974, con soluzioni mutuate dalla Citroen SM, che non convinsero nè pubblico nè critici: erano tempi duri per la Maserati, prima salvata dall’intervento dello Stato e poi acquistata dalla storica rivale modenese, la De Tomaso.
Il rilancio è datato 1979, con la terza generazione della Quattroporte, firmata da Giorgetto Giugiaro, che rimarrà in produzione fino al 1990, diventando la berlina simbolo persino del Quirinale.
Nel 1994, arrivò la quarta generazione, la prima con il marchio Fiat, griffata dal Maestro Marcello Gandini. E nel ’98, tocca alla Quattroporte Evoluzione, presentata dalla Ferrari, allora proprietaria del marchio Maserati, all’interno del gruppo Fiat.
Nel 2003, ecco la quinta serie, con il design esclusivo di Pininfarina (ben 23.000 modelli venduti!), leggermente modificata “in casa”, nel 2013, dalla sesta generazione, che ha rappresentato un naturalmente prolungamento (per la prima volta persino con modelli a gasolio), fino ai giorni nostri, della Quattroporte di Pininfarina.
E adesso toccherà alla “settima meraviglia“: la aspettiamo, a metà 2024, con entusiasmo e curiosità.