Il Gruppo Armani ha raggiunto un importante traguardo per il proprio fatturato, anticipandolo di un anno rispetto alle previsioni iniziali: dopo un forte calo della performance dovuto alla pandemia, il marchio italiano è stato in grado di scuotersi e ha vissuto una vera e propria crescita che sta continuando anche nella prima metà del 2022.
Il 2021, infatti, si è chiuso con un giro d’affari indotto pari a oltre 4 miliardi di euro (+23,7% rispetto al 2020) e con ricavi netti consolidati per oltre 2 miliardi, in aumento del +26,3% (- 6,3% rispetto al 2019, ma già superiori al 2019 nella seconda parte dell’anno).
A contribuire maggiormente sono stati i ricavi netti provenienti dai punti vendita monomarca sotto la gestione diretta del gruppo, che hanno complessivamente raggiunto il 50% totale dei ricavi netti consolidati: un chiaro segnale che la politica selettiva scelta da Armani sta risultando particolarmente efficace, indicato anche dai nuovi tassi di redditività (un un ebit positivo per 171,2 milioni a fronte di un negativo di 29,5 milioni nel 2020).
“La notevole crescita raggiunta nel 2021, confermata dall’andamento positivo del primo semestre di quest’anno, mi rendono cautamente ottimista”, ha sottolineato Giorgio Armani, presidente e ad del gruppo. “Sono inoltre sempre più determinato a proseguire nel mio percorso strategico di medio-lungo termine, seguendo i principi che da sempre sono alla base della mia filosofia creativa e di business, e applicandoli a tutti gli aspetti della nostra strategia. Un approccio solido e coerente che si è dimostrato valido anche e soprattutto in questi ultimi anni, così complicati per le nostre vite personali e professionali. Il mio gruppo ha dato prova di essere in salute, dal punto di vista patrimoniale e finanziario, e questo ci consente una relativa tranquillità, anche a fronte di eventuali ulteriori peggioramenti dello scenario internazionale”.