Urbino è stata un gioiello tra le corti rinascimentali, una città in grado di segnare la cultura, l’arte e la storia dell’Italia, all’epoca ancora un concetto o una fantasia nella mente dei condottieri più ambiziosi.
Tra le figure che più hanno contribuito a plasmare quest’epoca d’oro c’è quella del duca Federico di Montefeltro, signore della città di Urbino che, nell’anno 1477, iniziò una vera e propria rivoluzione culturale nella città marchigiana: tutto iniziò con la convocazione a corte del celebre artista Francesco di Giorgio Martini, proveniente d Siena e mente creativa dietro alle modifiche decorative e strutturali del palazzo del duca.
Questi anni essenziali per la storia di Urbino e della sua corte, nonché del rinascimento italiano, sono al centro della mostra “Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti“, a cura di Alessandro Angelini, Gabriele Fattorini e Giovanni Russo.
La mostra è divisa in sette sezioni e si compone di più di ottanta opere, tra cui pitture, sculture, disegni, medaglie, affreschi staccati e codici; sarà visitabile fino al 9 ottobre nelle stanze della Galleria nazionale delle Marche.
“Il duca Federico seppe trasformare Urbino in una capitale del Rinascimento: alla sua corte si incontrarono artisti e letterati di estrazione e provenienza diversa le cui reciproche influenze generano un clima culturale che si ripercuoterà nei decenni a venire”, spiega Luigi Gallo, direttore della Galleria nazionale delle Marche. “Quell’ambiente, che vide incontrarsi pittori come Piero della Francesca, Giusto di Gand, Pedro Berruguete e Luca Signorelli, gli architetti Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante, fu l’humus dal quale fiorì la genialità di Raffaello e sul quale, Baldassar Castiglione, plasmò il Cortegiano”.