Il Commissario del Padiglione Italia e Direttore Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura Onofrio Cutaia ha definito il progetto italiano per la Biennale Arte Venezia come “di natura immersiva”. L’idea è stata presentata dopo mesi di polemiche per l’assegnazione e Gian Maria Tosatti come unico artista del Padiglione Italia nella 59° edizione dell’evento, il quale collaborerà con Eugenio Viola come curatore.
L’intervento di Tosatti, intitolato “Storia della notte e destino delle comete”, debutterà durante la kermesse della laguna veneziana capitanata da Cecilia Alemani e supportata dai 600mila euro messi a disposizione dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, a cui verranno aggiunti altri 450mila euro proveniente da soggetti privati come Maison Valentino che sarà tra gli sponsor più importanti del padiglione.
L’artista seguirà le linee guida dettate da Alemani per la Mostra internazionale, proseguendo con l’idea di “possibili convivenze” e sostenibilità, con un particolare occhio di riguardo verso il futuro, minacciato dagli effetti del Covid-19 e dalle ventate di guerra che stanno circolando nelle ultime settimane.
“Il titolo si riferisce a un presente incerto e metapandemico. Ci siamo chiesti come l’arte potesse riflettere su questi scenari incerti e parlare dell’ambiente e del territorio”, ha spiegato Viola. Il risultato sarà un “lavoro dalla irriducibile sintassi teatrale, che inizia con un prologo in sordina e si sviluppa in due atti scanditi dal nome stesso del progetto”. Il primo atto Storie della Notte “ripercorre metaforicamente l’ascesa e la caduta del sogno industriale italiano e prepara alla visione finale, il destino delle comete, una visione palingenica e catartica”, offrendo “uno sguardo propositivo sul presente. L’ottimismo in questi tempi deve essere una necessità etica.”
Durante l’intervento di Tosatti, parteciperanno anche Ermanno Rea e Roberto Saviano con citazioni di grandi opere letterarie con l’intento di far scaturire nel visitatore molti più quesiti di quelli che lo animassero prima di entrare nel Padiglione.
Gian Maria riscontra nell’arte uno “specchio crudele” riferendosi a tutti ciò che l’uomo non è riuscito a diventare fino ad oggi, spronandolo cosi a prendere coraggio e a diventare ciò che dovrebbe essere.