La moda è uno dei settori importanti per l’economia italiana che è stata fortemente impattata dalla pandemia di Covid-19;
ed ora più che mai è chiamata a raccogliere le forze e ripartire facendo leva sui propri elementi di unicità, senza dimenticare la tecnologia a cui i consumatori sono sempre più devoti.
Tutto questo è emerso nella tavola rotonda «Made in Italy nel Fashion & Luxury: il ruolo dell’artigianalità contemporanea», tenutasi nell’ambito della tre giorni Restart organizzata dal Sole 24 Ore in collaborazione con il Financial Times.
Nadia Portioli, analista del centro studi Mediobanca afferma che la moda è uno dei settori più penalizzati dall’impatto del Covid. Infatti, le stime delle multinazionali registrano nel primo semestre un calo medio del fatturato di circa il 7%, mentre le aziende del settore fashion hanno perso il 28%.
La crisi dopo un primo trimestre di leggera flessione sotto il peso del lockdown in Cina (-15%) e poi in nel resto del mondo, si è aggravata nel secondo trimestre con un -41% nei ricavi del settore. Un record negativo senza precedenti per la moda.
Ma oltre alla crisi, nei primi mesi del 2020 si sono anche manifestate le direttrici per la ripresa: l’e-commerce, con vendite cresciute a tassi record, e la forza di un prodotto di alta qualità come quello italiano, la ripresa dei mercati asiatici e della Cina dove il calo di fatturato è stato inferiore rispetto all’Europa (-25% contro un -33%) e dove nel secondo trimestre si è vista un’inversione di tendenza, anche grazie al revenge spending. La conferma della ripresa cinese è stata testimoniata anche da Jean Cristophe Babin, CEO di Bulgari Group, dove nel terzo trimestre il gruppo ha registrato risultati importanti, vicini a quelli del 2019. Il manager ha confermato che durante il lockdown il gruppo ha lavorato molto sulla digitalizzazione e il potenziamento dell’e-commerce. LO’estensione di quest’ultimo da 8 a 15 paesi testimonia l’eccellente lavoro svolto dal management. I primi riscontri si vedono già negli Usa, dove il 18% delle vendite dei gioielli sono concentrate nel canale online, mentre nel 2019 erano solo il 2%.