“Molto vicino, incredibilmente lontano” è il titolo della mostra con cui palazzo Ducale di Genova celebra l’arte fotografica di Lisetta Carmi ( Genova 15 febbraio 1924- Cisternino Brindisi 5 luglio 2022).
In occasione dei cento anni della nascita dell’artista e fotografa genovese, che nel corso della sua vita ha avuto il coraggio di percorrere vie diverse dando voce agi ultimi, viene presentata questa grande mostra, che vuole essere un viaggio che parte da Genova e dall’Italia per raccontare, con il suo sguardo lucido e acuto, realtà lontane, mondi in trasformazione, con immagini inedite a colori, che affiancano quelle più famose in bianco e nero.
Per Lisetta Carmi il viaggio non è solo uno strumento di scoperta, ma un processo di trasformazione personale. I primi scatti li realizza in Puglia con una piccola macchina Agfa Silette, usando nove rullini per documentare luoghi bellissimi e interessanti.
In Puglia Lisetta Carmi rimane affascinata dalle tradizioni, talmente radicate da cercare di comporre una realtà marginale che non vuole uniformarsi al progresso che sta comparendo. I suoi soggetti saranno i trulli, le donne anziane impegnate nei lavori tradizionali artigianali, le strade. Vi è da parte di Lisetta Carmi una costante attenzione per le comunità di periferia. Carmi, fotografando uomini in strada fieri del loro abbigliamento e donne anziane nei loro abiti tradizionali, documenta la vita di comunità rurali isolate, ben lontane dagli stereotipi turistici.
Lisetta Carmi nasce in un’agiata famiglia ebrea della media borghesia il 15 febbraio 1924 e, a causa delle leggi razziali, è costretta ad abbandonare l’Italia per la Svizzera, ritornandovi poi nel 1945 e diplomandosi al Conservatorio di Milano. Negli anni seguenti tiene concerti in Germania, Svizzera, Italia e Israele, ma nel 1960 interrompe la carriera concertistica e si avvicina in modo casuale alla fotografia trasformandola in una vera e propria professione. Dopo aver realizzato nel 1964 un’ampia indagine sul porto di Genova, divenuta poi una mostra itinerante, continua il suo reportage sulla Sardegna iniziato nel 1962 e terminato poi negli anni Settanta. Nel 1971 compra un trullo in Puglia a Cisternino e il 12 marzo 1976 conosce a Jaipur, in India, Babaj Herakhan Baba, il Mahavatar dell’Himalaya, incontro che trasformerà radicalmente la sua vita. Negli anni realizza una serie di ritratti di artisti e personalità del mondo della cultura del tempo tra cui Judith Malina, Joris Ivens, Charles Aznavour, Edoardo Sanguineti, Leonardo Sciascia, Lucio Fontana, César, Carmelo Bene, Luigi Nono, Luigi Dallapiccola, Claudio Abbado, Jacques Lacan e Ezra Pound, di cui si ricordano i celebri scatti realizzati nel 1966 presso l’abitazione del poeta sulle alture di Zoagli, in Liguria.
Lisetta Carmi non viaggia soltanto in Italia ma, tra gli anni Sessanta e i Settanta, raggiunge anche Israele, Paese che sente a lei particolarmente affine essendo di origine ebrea. Documenta la complessità di una società a metà tra l’occidentalizzazione delle nuove generazioni e la tradizione del mondo ortodosso. In Palestina, nel 1967, realizza uno scatto inedito che ritrae una bambina per strada che, a piedi nudi, trascina una cartella disfatta. Il suo piccolo abito colorato è forse un segno di speranza e modernizzazione.
La mostra è stata curata da Giovanni Battista Martini, curatore dell’archivio di Lisetta Carmi, che ha ideato negli ultimi anni numerose esposizioni, e da Ilaria Bonacossa, curatrice d’arte contemporanea e direttrice di Palazzo Ducale di Genova.
La mostra è promossa e organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Genova e Civita Mostre e Musei.