Dopo una pandemia che sembrava aver messo in ginocchio via della Spiga e via Montenapoleone, il Quadrilatero torna a respirare a pieno polmoni, ma questa volta con un aspetto diverso: inizia tutto dal civico 26, angolo su cui sorge Spiga 26, progetto nato dallo statunitense Hines ma tuttavia completamente milanese, che presto accoglierà il ristorante Il Baretto, tassello esistenziale della storia del capoluogo lombardo.
Uno dei primi “american bar” d’Italia, Il Baretto apre le sue porte con lo scoccare degli anni Sessanta e accoglie, andando avanti con il tempo, personaggi unici della storia italiana, come il poeta Eugenio Montale; si evolve poi in ristorante e sposta la sua sede al Carlton Hotel Baglioni.
Ora è in via della Spiga, e gode di una superficie complessiva di oltre 550 metri quadrati, con tanto di corte interna (di un’area pari a 200 metri quadrati).
Sempre al civico 26 sarà possibile ammirare opere d’arte di high fashion e design, grazie all’arrivo di Bovy, brand newyorkese di accessori di lusso nato nel 2004, e Diesel Living; nell’edificio sono già presenti nomi d’eccellenza, come Moschino, Sergio Rossi, Peserico, Borsalino, Drumohr e Baldinini.
“Quando il progetto di Spiga 26 è partito, i timori che gli effetti del COVID potessero frenarne lo sviluppo erano palpabili, ma in 24 mesi gli spazi sono stati affittati e il successo di questa operazione è andato ben oltre le nostre aspettative iniziali“, spiega Mario Abbadessa, Senior Managing Director & Country Head Hines Italy.
Il Quadrilatero, tuttavia, cambia anche grazie alle nuove aggiunte in via Montenapoleone, mecca del luxury e dell’alta moda milanese: Chanel è l’ultimo arrivato sulla via, ma al suo fianco troviamo Gucci (ancora in ristrutturazione), Bulgari, Sabbadini e Louis Vuitton.
“In un contesto di forte ripresa generale stiamo registrando nelle ultime settimane un ritorno anche dei viaggiatori cinesi, seppur con un andamento contenuto rispetto ad altre geografie”, osserva Guglielmo Miani, presidente di Montenapoleone District. “Prima della pandemia i cinesi rappresentavano il 30% del fatturato tax-free del Quadrilatero, crescente di anno in anno fino al 2019, mentre oggi la loro presenza, anche se in crescita, è ancora limitata rispetto ai compratori statunitensi, che ancora rappresentano il primo mercato estero in termini di spesa tax-free (25%), o altri dall’Arabia Saudita (16%) e dal Sud-est asiatico (11%)”.