Diesel ha lasciato il segno in questa Milano Fashion Week, qualcosa che lo ha reso indimenticabile e iconico: le decisioni prese dal direttore creativo Glenn Martens incarnano perfettamente i principi di questa edizione, l’opulenza e l’inclusività, e fanno la storia dell’evento e della moda mondiale.
Iniziamo dalla location e dal suo pubblico.
L’Allianz Cloud Arena ha accolto una folla di oltre 5mila persone, tra cui dipendenti Diesel, 1600 studenti di scuole di moda e università e duemila fortunati appassionati, che hanno potuto assistere allo show in modo del tutto gratuito, grazie a una registrazione sul sito del marchio; un evento aperto a tutti, che abbatte qualunque ostacolo di divisione sociale e professionale, e che rende lo show un momento di assoluta democrazia.
“Vogliamo lanciare un messaggio importante”, ha spiegato Renzo Rosso, presidente del gruppo OTB e CEO di Diesel. “La moda è di tutti e Milano ne è la capitale. Per la prima volta anche tutte le persone che hanno lavorato alla collezione possano vedere in passerella il frutto del lavoro di mesi, e che tanti giovani, che sono il futuro di questo settore, possano vivere live un momento così magico”.
La scenografia, in secondo luogo, ha raggiunto un nuovo record mondiale, da vero Guinness dei primati: l’intera arena, infatti, si trovava separata da una gigantesca scultura gonfiabile, la più grande mai realizzata, composta da due corpi avvinghiati in una posizione che potrebbe appartenere al Kamasutra come alla lotta greco-romana, intorno a cui hanno sfilato i modelli.
Arriviamo, infine, alla collezione Spring – Summer 2023 ready to wear di Diesel, il secondo capolavoro di Glenn Martens. Evidente l’influenza Y2K, che qui viene però trasmessa a capi raffinati e ad abbinamenti cool, audaci e ricercati: protagonisti sono il denim e il tessuto laminato, elementi costanti in un mosaico contemporaneo e nostalgico, fatto di pantaloni cargo, corsetti, abiti trasparenti e stivali appuntiti.