Nonostante il calo generale nei consumi di vino e l’emergere di preferenze per etichette più leggere e meno alcoliche, una realtà rimane evidente: i vini di alta gamma trovano il loro mercato ideale nelle grandi città dove la ricchezza è più concentrata. È proprio in questi epicentri economici e culturali che il fine wine continua a essere un simbolo di lusso e prestigio, soprattutto nel settore della ristorazione.
A confermare questa tendenza è il “Global Wine Cities Ranking 2025”, pubblicato da The Wealth Report di Knight Frank e analizzato da WineNews. La classifica mette in evidenza le città più influenti nel panorama del vino di pregio, basandosi su criteri come la presenza di etichette esclusive nei ristoranti, la loro quantità, il prezzo medio e altri indicatori di mercato.
Al vertice della lista si trovano dieci metropoli che non solo sono centri economici globali, ma anche luoghi chiave per la cultura del vino di lusso: New York, Londra, Singapore, Hong Kong, Parigi, Miami, Shanghai, Tokyo, Dubai e San Francisco.
Londra, New York e Parigi: le città con più ristoranti di lusso
Secondo i dati, Londra è la città con il maggior numero di ristoranti che offrono vini delle 250 cantine più prestigiose al mondo, con 519 locali selezionati, seguita da New York (480) e Parigi (414). Tuttavia, quando si guarda ai prezzi, la città che guida la classifica per il costo medio più elevato di una bottiglia è Dubai, con una media di 748 dollari, seguita da New York (747 dollari) e Londra (741 dollari).
Se invece si analizzano le carte dei vini in base alla percentuale di etichette con un prezzo superiore ai 200 dollari a bottiglia, Dubai si conferma al primo posto con il 67,9%, seguita da New York (66,5%) e San Francisco (64,1%).
I trend emergenti nel mercato del vino di lusso
Oltre alle città consolidate, alcune destinazioni stanno emergendo come nuove capitali del fine wine. Secondo Caroline Meesemaecker, CEO di Wine Services, tra i mercati da tenere d’occhio ci sono Montecarlo, Dubai e Seoul, dove la domanda di vini di prestigio è in crescita, specialmente in specifiche fasce di prezzo.
Nel dettaglio, la fascia tra i 200 e i 400 dollari sta vivendo un vero boom, grazie ai consumatori Millennials che cercano esperienze esclusive e scelgono etichette come Tignanello (Antinori) e Lynch-Bages. D’altro canto, il segmento ultra-lusso, con bottiglie sopra i 1.000 dollari, è in forte espansione grazie all’interesse di collezionisti e investitori per vini iconici come La Tâche, Pétrus, Domaine de la Romanée-Conti e Harlan Estate.
Anche tra gli appassionati più facoltosi, la filosofia del consumo sta cambiando. La qualità sta superando la quantità, con un’attenzione crescente per la tradizione, l’autenticità e l’esperienza gastronomica. I ristoranti di alta gamma registrano volumi di vendita stabili, ma con una spesa media per bottiglia in aumento, segnando una nuova era per il lusso enologico.
Le etichette da tenere d’occhio
Guardando al futuro, Meesemaecker indica due nomi su cui puntare: Dom Pérignon Vintage, per lo Champagne, e Sassicaia (Tenuta San Guido) per il vino fermo. Il primo rappresenta il perfetto equilibrio tra lusso e tradizione, mentre il celebre Supertuscan italiano continua a essere un punto fermo nelle carte dei vini dei migliori ristoranti del mondo, unendo eleganza e identità distintiva.
In un mercato in evoluzione, il fine wine rimane un simbolo di esclusività e raffinatezza. E mentre i consumatori si fanno sempre più selettivi, le grandi città del mondo continuano a essere il palcoscenico privilegiato per il futuro del vino di lusso.