Nel 2024, Swatch Group ha registrato un calo delle vendite e degli utili, con risultati inferiori alle aspettative del mercato. Il gruppo svizzero ha chiuso l’anno fiscale con un fatturato netto di 6,7 miliardi di franchi svizzeri (circa 7 miliardi di euro), segnando una contrazione del 14,6% a tassi correnti (12% a cambi costanti), inferiore al consensus di 6,95 miliardi di franchi. L’utile netto ha subito una flessione ancora più marcata, scendendo del 75% a 219 milioni di franchi, ben al di sotto delle previsioni di 365 milioni e in netto calo rispetto agli 890 milioni del 2023. Il gruppo ha attribuito questa performance principalmente alle difficoltà di mercato in Cina. Sulla Borsa di Zurigo, il titolo ha perso quasi il 4%.
Secondo un’analisi di Bernstein, il rallentamento è stato determinato da diversi fattori: una domanda globale di orologi in contrazione dopo il boom post-pandemia, una forte esposizione al mercato cinese, la scelta strategica di mantenere elevata la capacità produttiva e una gestione poco efficace della comunicazione finanziaria. Gli analisti evidenziano l’assenza di un calendario finanziario chiaro e di una funzione di investor relations strutturata, elementi che rendono il titolo meno appetibile per gli investitori. Tuttavia, Bernstein ha mantenuto un rating “outperform”, ipotizzando la possibilità di una privatizzazione del gruppo.
Nonostante le difficoltà in Cina, Swatch Group ha ottenuto risultati positivi in mercati chiave come Stati Uniti, Giappone, India e Medio Oriente, con una crescita significativa per i marchi Omega, Longines e Tissot. Il gruppo prevede un miglioramento delle vendite, della redditività operativa e del flusso di cassa grazie a nuovi lanci di prodotto in tutte le fasce di prezzo, pur riconoscendo che la domanda in Cina rimane debole, incluse le regioni di Hong Kong e Macao.
Il segmento Watches & Jewelry (escludendo la produzione) ha chiuso il 2024 con un calo delle vendite e un margine operativo sceso al 10,6% dal 17,2% dell’anno precedente, in parte a causa del mantenimento degli investimenti in marketing. Il calo della domanda in Cina e nel sud-est asiatico ha influito significativamente sulle vendite, diminuite di circa il 30% in queste regioni, con la quota di mercato in Cina scesa al 27% dal 33% del 2023. Secondo l’analista Patrik Schwendimann della Zuercher Kantonalbank, la forte dipendenza dalla Cina rappresenta un punto critico per Swatch Group, che non può contare su un business nel settore della gioielleria paragonabile a quello di Richemont. Inoltre, il rallentamento ha colpito maggiormente le fasce di prezzo medio e basso, che costituiscono circa l’81% del fatturato del gruppo, secondo le stime della banca.
A differenza di Richemont, che ha registrato una forte crescita nel comparto della gioielleria, Swatch Group ha una presenza più limitata in questo settore, rendendolo più vulnerabile al calo della domanda di orologi.
Negli Stati Uniti, il mercato più importante per l’orologeria prima della Cina, i brand Omega, Longines e Swatch hanno ottenuto buoni risultati, mentre Tissot ha superato per la prima volta i 100 milioni di dollari di vendite. Anche in Giappone, terzo mercato di esportazione per gli orologi svizzeri, si è registrata una crescita a doppia cifra, con performance solide per Harry Winston, Omega, Longines e Tissot. Il marchio Swatch ha continuato la sua espansione in Giappone, mentre in Medio Oriente, Rivoli Group ha registrato una crescita significativa e la nuova società di distribuzione in Arabia Saudita ha mostrato risultati promettenti. La quota di vendite retail nel segmento Watches & Jewelry è salita al 47%.
Per il 2025, Swatch Group mantiene una visione ottimistica, pur riconoscendo che la domanda in Cina resterà sotto pressione. L’azienda prevede miglioramenti nel fatturato, nella redditività operativa e nel flusso di cassa, sostenuti da una serie di nuovi lanci di prodotto.