Il presidente di Confindustria Assoimmobiliare, Davide Albertini Petroni, ha sottolineato, durante l’assemblea pubblica del 2024, come un aumento della partecipazione degli investitori istituzionali nel mercato residenziale potrebbe contribuire a estenderne la portata geografica, stimolando nuove iniziative immobiliari anche in città diverse da Milano e Roma, attualmente al centro delle operazioni principali. Per favorire l’ingresso di capitali istituzionali in progetti di grande scala, secondo Petroni, è essenziale “eliminare alcuni disincentivi normativi e fiscali” per garantire “una regolamentazione economica e finanziaria più efficace del mercato”.
Tra le soluzioni proposte figurano: l’introduzione dell’opzione IVA, che permetterebbe agli investitori di detrarre l’imposta pagata al momento dell’acquisto; la possibilità di classificare gli immobili a uso locativo come beni strumentali, consentendo di detrarre le spese di manutenzione; e l’applicazione della cedolare secca per le società immobiliari.
“Tali interventi – afferma – favorirebbero un concreto aumento dell’offerta abitativa, riducendo lo squilibrio tra domanda e offerta e contribuendo a contenere l’aumento dei prezzi, rendendo più accessibile l’affitto residenziale per ampie fasce di popolazione”.
Petroni ha inoltre affrontato il tema della rigenerazione urbana, auspicando misure “più coraggiose e incisive”. In questo contesto, ha rimarcato l’importanza della “certezza dei tempi di approvazione e dei diritti acquisiti” per garantire maggiore fiducia agli investitori. Ha poi espresso preoccupazione per possibili modifiche al Testo Unico dell’Edilizia, come l’introduzione di un piano urbanistico obbligatorio per le aree urbane consolidate, considerandole contrarie ai principi di rapidità ed efficienza sostenuti da Confindustria Assoimmobiliare.
Inoltre, ha posto l’attenzione sul mercato delle società quotate in borsa, considerato una “porta d’accesso rilevante” per i capitali istituzionali, sia nazionali che esteri, e per il mercato retail domestico. Ha evidenziato la necessità di potenziare gli strumenti quotati per mobilitare il risparmio privato italiano, con l’obiettivo di promuovere investimenti immobiliari indiretti rispetto a quelli diretti. Petroni ha ricordato che il settore immobiliare quotato italiano ha registrato una significativa riduzione negli ultimi quindici anni, passando da una capitalizzazione di oltre 8 miliardi di euro a circa 0,8 miliardi, un valore pari solo allo 0,02% della capitalizzazione complessiva di Borsa. “È cruciale – ha concluso – intervenire per migliorare l’efficacia della SIIQ, adeguando il regime normativo italiano agli standard europei per rendere il nostro mercato più attraente e competitivo”.