La stragrande maggioranza dei settori nazionali e internazionali ha bloccato temporaneamente ogni rapporto con la Russia, in risposta al duro conflitto che ha generato in Ucraina. Il territorio russo ora perde anche un altro grande acquirente di pietre preziose, perché Tiffany&Co. ha scelto di bloccare il suo acquisto di diamanti estratti in quel territorio.
Un altro grande colosso dell’alta gioielleria dà le spalle al governatore russo Putin, aggiungendosi come portavoce di una grande lotta contro la guerra che sta isolando completamente la Russia. L’azienda originaria degli Stati Uniti sceglie di interrompere i suoi acquisti dopo la medesima scelta attuata da Signet Jewelers, che guida Zales e Kay Jewelers, contro uno delle più grandi fonti mondiali di gemme preziose.
Il divieto è quindi ufficialmente in vigore anche per tutti i fornitori non operanti in stati che non hanno imposto sanzioni contro il Paese. A soffrire per il conflitto sono soprattutto i consumatori ed è per questo che le grandi società internazionali puntano ad andare oltre alle sanzioni dei governi.
La decisione di non importare più i metalli preziosi russi supera anche il decreto entrato in vigori negli Stati Uniti e imposto da Joe Biden, che ha generato un duro impatto sui diamanti grezzi che possono essere lavorati in altri stati.
“Tiffany sospende l’acquisto di diamanti grezzi russi, così come diamanti di origine russa, indipendentemente da dove sono stati tagliati”, ha comunicato Tiffany&Co.