Dal 5 al 10 settembre, nei primi quattro padiglioni di Fiera Milano, Rho (complessivamente 68.520mq), oltre 1.900 progetti (di brand espositori, designer auto-produttori e giovani laureatisi nel 2020/2021), un ricchissimo public program con più di 40 voci illustri (tra architetti, innovatori, visionari, imprenditori, artisti e politici), una rassegna cinematografica in collaborazione con il Milano Design Film Festival, quattro food court ideate da Identità Golose e animate da nove dei più grandi interpreti della cucina italiana e una grande mostra dell’ADI/Compasso d’Oro hanno l’obiettivo di capitalizzare i punti di contatto tra settori differenti, sperimentare nuovi format espositivi, coinvolgere e motivare i visitatori. E, soprattutto, riaccendere – metaforicamente parlando – i motori della città del design per eccellenza: Milano.
Questo, in sintesi, il “supersalone”, l’evento fortemente voluto da Salone del Mobile.Milano e affidato al curatore Stefano Boeri e a un gruppo internazionale di coprogettisti – Andrea Caputo, Maria Cristina Didero, Anniina Koivu, Lukas Wegwerth, Marco Ferrari ed Elisa Pasqual di Studio Folder, Giorgio Donà, co-founder e direttore di Stefano Boeri Interiors.
Un “supersalone” che raccoglie ed esibisce le migliori ricerche, produzioni e sperimentazioni realizzate da un intero settore in questi ultimi 18 mesi, ma che è, contemporaneamente, proiettato verso il futuro, rappresentando un importante momento di visibilità corale e un driver di rilancio per il comparto dell’arredo e del design. Il riconoscimento di tale importanza e del suo valore simbolico è confermato dalla presenza di alte autorità governative e istituzionali – prima fra tutte il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che, da sempre, testimoniano quanto il settore rappresenti uno dei motori dell’economia italiana, grazie al fertile rapporto che riesce a creare tra impresa, città e territori.
Milano porgerà in dono una riproduzione del manifesto della prima edizione del Salone (1961) in una cornice d’eccezione, progettata dal duo di designer Forma fantasma e realizzata dal giovane architetto-artigiano Giacomo Moor e dagli ebanisti Gigi Marelli e Giordano Viganó con il legno degli abeti abbattuti dalla tempesta Vaia in val di Fiemme. A questo “supersalone” si è lavorato con grande senso di responsabilità, consapevoli dell’importanza di tutelare la salute e la sicurezza di espositori, operatori professionali e pubblico. Si è posto massimo sforzo e attenzione agli aspetti organizzativi connessi alla prevenzione della diffusione della pandemia da Covid-19.
Un altro grande tema sotteso al “supersalone” guarda al concetto di sostenibilità e ai temi del riuso, del riciclo e della circolarità. Un approccio necessario per ritrovare, dopo i recenti momenti di crisi, non solo lo stesso livello di sviluppo economico, ma anche uno “sviluppo migliore e più responsabile”. Nella strategia di costruzione della manifestazione, si è data priorità al noleggio e al riuso in modo da evitare il più possibile sprechi di materiale. Gli spazi a disposizione delle aziende sono stati concepiti per dare risalto al prodotto e ridurre all’essenziale l’impiego di strutture di supporto. Tutti i materiali e le componenti dell’allestimento ideato da Andrea Caputo – lunghi setti paralleli, studiati per le specifiche categorie merceologiche – e da Stefano Boeri Interiors – le aree comuni: food court, arene, lounge – utilizzano una ridotta quantità di pannelli di truciolare (1.230 mc), ottenuti con legno riciclato al 100%, che saranno rimessi, poi, all’interno del ciclo di produzione in un’ottica circolare: saranno, così, 553.500 i chilogrammi di CO2 non immessi nell’atmosfera grazie al loro recupero.
Tutto è pensato per poter essere smontato e successivamente riutilizzato: i sistemi di allestimento, che non hanno nessun componente sfuso, verranno completamente recuperati; le aree lounge, le panche e le sedute sono montate “a secco” e quindi smontabili e anch’esse usufruibili nuovamente in momenti e contesti differenti. Per le strutture di dimensioni maggiori – arene, Food Court e setti espositivi – si è optato per sistemi di ponteggi a noleggio, riconfigurati in modo da adattarli alle esigenze dell’esposizione. Anche i mattoni che danno vita ai setti dell’allestimento di The Lost Graduation Show sono tutti riutilizzabili: si tratta di blocchi Ytong in calcestruzzo aerato auto clavato.
A rinforzare l’intento green di “supersalone” anche i 200 alberi che il Salone del Mobile.Milano ha donato a Forestami, parte posti all’ingresso di Porta Est, parte all’interno dei padiglioni, che saranno poi ripiantati al Parco Nord Milano contribuendo ad ampliare un polmone verde della Città Metropolitana di Milano. In uno scenario complesso come quello in cui si apre il “supersalone”, un ruolo fondamentale viene giocato dalla nuova piattaforma digitale del Salone del Mobile.Milano, che replica il DNA unico di questo evento e ne porta online la sua esperienza, permettendo di visionare i prodotti esposti (tramite QR code esposto in fiera) e prenotarli per il successivo acquisto, visitare virtualmente le mostre, assistere ai live streaming dei talk e dei dibattiti seduti anche dall’altra parte del mondo, ascoltare in diretta la voce e le opinioni dei protagonisti dell’evento. I servizi e le funzionalità della piattaforma sono in grado di abilitare opportunità di contatto, scambio e di retroazione fra espositore e visitatore e sapranno conciliare business ed emozioni in un peculiare contesto virtuale. Insomma, innovazione, attenzione all’impatto ambientale, creatività tout court, scambio culturale ed esperienze digitali rappresentano il lessico di “supersalone”: un evento che attinge alla forza dell’immaginario progettuale per farsi laboratorio di sperimentazione e contaminazione, luogo di incontro e di nuove opportunità.