Il cambio di rotta del nuovo CEO di Nike, Elliott Hill, è già stato avviato. Dopo soli quattro giorni dal suo re insediamento nell’headquarter di Beaverton, dove aveva trascorso 32 anni della sua carriera conclusasi nel 2020, il manager ha indicato una strada da percorrere per risollevare le sorti dell’azienda. Si tratta della divisione “Acg-All conditions gear” del gruppo, specializzata nella produzione di abbigliamento ed accessori tecnici da trail running, trekking ed escursionismo. A guidare il rilancio di questo segmento, Hill ha chiamato l’attuale general manager della Greater Cina, Angela Dong, che opererà da Shangai considerando tra gli obbiettivi di punta anche quello di una spinta sul mercato locale.
“Anche se la definizione organizzativa è il modello operativo di Acg non siano stati ancora precisati completamente, stiamo investendo più risorse in questa opportunità di crescita. Continueremo a dirigere il nuovo investimento in Acg nei team globali, geografici e cittadini in tutta l’organizzazione nei prossimi mesi – hanno precisato i presidenti di Nike Heidi O’ Neill e Craig Williams.
Nonostante il fatto che i piani di rilancio siano in via di definizione, gli analisti non sono positivi su una pronta ripresa di Nike. I problemi di innovazione di Nike persisteranno fino al 2026. Gli ultimi dati trimestrali condivisi a inizio ottobre prima dell’insediamento di Hill avevano evidenziato un inizio d’anno critico. Nel primo trimestre il fatturato netto è sceso del 10,4%, attestandosi a 10,5 miliardi di euro. La flessione è stata leggermente peggiore del 10% stimato dagli analisti. I ricavi diretti sono stati pari a 4,7 miliardi di dollari, in calo del 13% mentre il wholesale ha registrato un arretramento dell’8% ponendosi a quota 6,4 miliardi di dollari.
Oltre al marchio ammiraglio anche Converse fatica a ritrovare lo slancio. La flessione nel Q1 è stata del 15% a 501 milioni di dollari. Gli utili del colosso americano dell’abbigliamento sportivo sono scesi, rispetto all’anno precedente, a 1,05 miliardi di dollari, un flessione nel Q1 del 15%, ovvero 0,70 dollari per azione rispetto agli 1,45 miliardi di dollari, o 0,94 dollari per azione, nel primo trimestre dello scorso anno.