Colore e arte d’epoca compongono il caleidoscopio di ricordi, bellezza e creatività che è la residenza romana di Alessandro Michele, ex-direttore creativo di Gucci.
Si tratta di Palazzo Scapucci, una dimora quattrocentesca della Città Eterna e un luogo che, con la premura tipica degli artisti, lo stilista ha riportato all’antico splendore, senza però modificarne il fascino antiquato e dall’immenso valore storico: l’edificio, infatti, mantiene una delle poche torre medievali ancora in piedi a Roma e contiene le memorie di un’importante famiglia nobile locale, gli Scapucci, che vi visse nel corso del Cinquecento.
Oro e ornamenti, tendaggi pregiati e velluti dai colori profondi, questa è la reggia in cui Alessandro Michele ha riversato devozione e amore, coronando una passione per l’antichità e l’architettura che lo accompagna dall’adolescenza, trascorsa appunto tra le vie della Città Eterna.
“Roma ti ammalia. Ti accoglie con una peculiare scompostezza” spiega Alessandro Michele, che ha conosciuto la Capitale in tutte le sue sfumature, a Vogue. “Acquisto i luoghi che credo possano avere bisogno di me, dopo essere stati deturpati o abbandonati”.
Aggettivi che avrebbero descritto perfettamente lo stato di Palazzo Scapucci quando Michele lo vide per la prima volta.
“Era un luogo buio e incoerente, con bassi soffitti in polistirolo e nessun fascino. Saloni che davano su stanze strapiene che si aprivano su altre stanze strapiene con finestre troppo piccole. Ma io continuavo a tornare e a osservare dalla strada”, racconta il designer. “Quando mi innamoro, alle case non faccio la corte, le pedino. Così ho conosciuto i proprietari, tre personaggi romani del tutto bizzarri: uno zio, un nipote e un contabile che usava l’appartamento come ufficio e rifugio per gli amici. Appartenere a più persone era già nel suo karma”.