Se alcuni tra i colossi dell’alta moda sembrano star crescendo costantemente, lo stesso non si può dire dei marchi del gruppo Kering, i cui ricavati, se paragonati a quelli di LVMH (+17% nell’ultimo trimestre) o a quelli di Hermès (+22%), risultano insoddisfacenti e significativamente inferiori rispetto al passato.
Dallo scandalo Balenciaga fino a molteplici cambiamenti tra le alte sfere di brand come Gucci, Bottega Veneta e Saint Laurent, il gruppo francese ha registrato un andamento positivo soltanto per l’alta gioielleria, grazie ai profitti di Boucheron e Qeelin.
“I risultati di Kering nel primo trimestre sono stati contrastanti, come avevamo previsto” ha dichiarato il presidente e amministratore delegato di Kering François-Henri Pinault a WWD. “Mentre lavoriamo per aumentare l’appetibilità dei nostri marchi e per aumentare il loro profilo nei mercati chiave, siamo incoraggiati dal graduale miglioramento dell’attività mese dopo mese durante il periodo”.
Questa fase di transizione e riassestamento sta motivando Kering a concentrarsi sui suoi clienti più facoltosi, così da creare una nuova stabilità per i propri marchi: Gucci ha così aperto il suo primo Salon, inaugurando una nuova era della compravendita del lusso, e, almeno per il momento, l’apertura a Los Angeles sembra promettere risultati più che positivi per il marchio.
“Il concetto di Salon è come quello di alta gioielleria: sappiamo che, in termini di contributo alle vendite, non è necessariamente un fattore di cambiamento a breve termine. Ma in termini di immagine, di coinvolgimento dei clienti chiave, che sono anche ambasciatori del marchio, è assolutamente fondamentale investire in questo settore” spiega il direttore finanziario di Kering, Jean-Marc Duplaix. “Il lavoro che stiamo facendo a Gucci è un viaggio, non una corsa, e non ci aspettiamo che dia i suoi frutti nel breve termine. Ma siamo estremamente rincuorati dai progressi compiuti finora, dall’impegno di tutti i team e dalla reazione del mercato”.