Impossibile sfuggire alle decine di TikTok, reels di Instagram e video su Facebook o Youtube che ritraggono attivisti impegnati a lanciare zuppe o farina contro celebri quadri e opere d’arte inestimabili: dal mite Van Gogh all’eccentrico Andy Warhol, da New York, passando per Londra, Roma e Milano, nessuna creazione sembra esente da un movimento di resistenza pacifica e disperata.
Tra le organizzazioni responsabili di questi atti troviamo Just Stop Oil, basata nel Regno Unito, Ultima Generazione, nata invece in Italia, e Letzte Generation, tedesca; il format dei video che ne testimoniano le dimostrazioni è sempre lo stesso: una coppia di attivisti getta qualcosa su un’opera d’arte, i visitatori del museo reagiscono indignati e aggrediscono i manifestanti, almeno finché la sicurezza non procede a gestire la situazione.
Sfatiamo il mito principale. Nessun quadro di Van Gogh è stato davvero sfregiato e nessuna opera di Warhol è stata compromessa per sempre, dato che oggetti così importanti sono dotati di protezioni esterne come vetri rinforzati; inoltre, gli stessi attivisti hanno dichiarato di non aver alcuna intenzione di rovinare opere d’arte ancora prive di queste misure di sicurezza.
“Vogliono attirare l’attenzione, ma non vogliono finire nei guai. Per ora quello che fanno non è un reato molto grave, se nulla è seriamente danneggiato” ha dichiarato un agente di sicurezza del Metropolitan Museum di New York ad Artnet.
Una lotta gentile e in cui nessuno rischia di farsi male, tranne i manifestanti: la rabbia e l’indignazione sono le emozioni che cercano di suscitare nel resto del mondo quando, simbolicamente, distruggono creazioni umane così importanti da essere protette con estrema tenacia.
Basta guardare uno dei video che ritrae l’imbrattatura di una scultura di Andy Warhol alla Fabbrica del Vapore di Milano per comprendere il vero fine di queste organizzazioni.
“In Italia non stiamo parlando abbastanza del cambiamento climatico: di questo ho molta più paura. Guarda cosa siamo costrette a fare per il futuro del nostro Paese” afferma infatti una delle attiviste di Ultima Generazione, mentre il pubblico presente la insulta e strattona.
Al centro di questi atti apparentemente radicali e scandalistici c’è un forte sentimento di costrizione: la situazione ambientale è così grave che non possiamo più scendere in piazza e limitarci a resistere passivamente per trasmettere un messaggio ignorato da più di un ventennio.