Non possiamo dimenticarci di qualcuno se il suo nome, il suo volto e, soprattutto, la sua voce ci accompagnano per buona parte della nostra vita: questo è il destino che è toccato a Freddie Mercury, frontman leggendario dei Queen, che sembra tornare in vita ogni volta che Bohemian Rhapsody, Killer Queen, Good Old-Fashioned Lover Boy, We Will Rock You, We are the champions e via dicendo animano feste, piazza o semplicemente le playlist Spotify di utenti provenienti da tutto il mondo.
A 31 anni dalla sua morte, Freddie Mercury sembra non aver mai davvero lasciato il panorama musicale, dato che la sua influenza permea tutt’ora la scene internazionale. Basti pensare al cantante che lo ha sostituito nelle live performance dei Queen, Adam Lambert (cantautore le cui abilità canore e fama hanno monopolizzato gli Stati Uniti dal 2009), oppure a Lady Gaga, che ha scelto il proprio nome d’arte rifacendosi proprio a Radio Ga Ga, brano rilasciato dai Queen nel 1984.
In Italia è stata appena rilasciata la biografia ufficiale dedicata alla band, dal titolo Queen – As It Began. La biografia ufficiale, pubblicata da EPC Editore, un omaggio alla memoria di Freddie e alla storia di un gruppo che ha cambiato la storia della musica.
Chi era, però, Freddie Mercury? Una domanda apparentemente semplice, ma che ci rivela una figura complessa, un uomo capace di incarnare le contraddizioni e le passioni della propria epoca senza sforzo.
La sua storia inizia con Farrokh Bulsara, nato a Stone Town (la città vecchia di Zanzibar, in Tanzania) il 5 settembre 1946. Farrokh è il figlio di una coppia parsi, etnia stanziata nella regione del Gujarat in India, ma originaria della Persia, e di religione zoroastriana; ha una sorella minore, Kashmira, e si trasferisce presto a Panchgani in India per proseguire i suoi studi.
Qui inizia la sua formazione musicale, che prosegue poi a Bombay e che infine, a causa della rivoluzione di Zanzibar, conclude nel Regno Unito, all’Ealing Art College di Londra: Farrokh a questo punto è conosciuto con il nome di Freddie, ed è un universitario come molti altri, seppur il suo talento e il suo carisma lo distinguano dai coetanei.
Freddie è il frontman di numerose band, finché non si esibisce con gli Smile, con cui pubblica il primo vero singolo, Earth/Step On Me, che però non riscuote il successo sperato. A questo punto, Freddie sceglie di creare un nuovo gruppo insieme ai due amici ed ex-membri degli Smile, John Taylor e Brian May, e così, con l’aggiunta del bassista John Deacon, nascono i Queen.
Un nome pericoloso, ma bellissimo, come dichiarato dallo stesso Freddie, e che ben presto consacra la band alla fama nazionale e internazionale, grazie ad alcuni album e singoli particolarmente apprezzati dal pubblico e dalla critica.
Da questo momento in poi Farrokh Bulsara cessa di esistere, sbocciando nello scintillante, irresistibile e molto più british Freddie Mercury.
Arriva, inoltre, la relazione con Mary Austin, l’amore della vita di Freddie, e con lei la casa a Victoria Road, un periodo di pace interrotto soltanto da un’irrequietezza impossibile da ridurre al silenzio, che tormenta il frontman: la sua sessualità.
Mary e Freddie rimangono legati, tanto si considerano anime affini, ma presto Mercury inizia a esplorare il proprio orientamento, giocando anche con la propria identità di genere; l’avvento del glam rock accoglie di buon grado la sua vena eccentrica, e presto Freddie si presenta sul palco con unghie smaltate, trucco e un abbigliamento più provocante.
Nel 1985 conosce il suo compagno storico, Jim Hutton, e viene ufficialmente aggiunto al pantheon dei musicisti più importanti della storia, divenendo una leggenda in carne e ossa grazie alla storica esibizione al Wembley Stadium di Londra.
Tuttavia, la stella di Freddie si consuma e si spegne in pochi attimi: la malattia del secolo, l’AIDS, lo strappa troppo presto a un mondo che iniziava a reclamarlo a gran voce; la sua ultima apparizione televisiva non può neppure darci un indizio su chi fosse Freddie o Farrokh alla fine della sua vita, dato che il cantante scelse di vivere la malattia in privato, circondato dai suoi cari, tra cui Mary e Jim, che non lo abbandonarono mai.
Dopo 31 anni dalla sua scomparsa, Freddie Mercury rappresenta un’intera generazione e un’intera comunità. Rivive attraverso la sua musica, i film a lui dedicati (il grande successo Bohemian Rhapsody) e, soprattutto, in ciò che ha sempre incarnato: un artista dal talento unico, etnicamente e religiosamente “diverso” dal prototipo britannico, pronto ad amare il mondo e morto a porte chiuse, come centinaia di altre vittime dell’AIDS.