Santo Versace riporta l’attenzione del pubblico verso la storia della sua famiglia, grazie al libro “Fratelli. Una famiglia italiana“.
Il volume autobiografico in particolare sulla morte del fratello Gianni Versace e sullo stato dell’azienda dopo la sua prematura dipartita: assassinato a Miami dal serial killer Andrew Cunanan, il volto e la mente dietro a maison Versace è scomparso lasciandosi alle spalle un impero economico e artistico di enorme importanza ed è toccato ai membri ancora in vita della sua casata, Santo e Donatella, riportare l’ordine.
“Ho scritto questo libro per chiudere un’epoca, soprattutto la tragedia di Miami” ha dichiarato Santo Versace, ricordando poi gli anni di tensione appena successivi a quel terribile 15 luglio del 1997. “Avevo la gestione di tutto, tutto quello che non appariva lo gestivo io. Gianni gestiva dall’inizio della collezione alla sfilata e la comunicazione. Il resto era tutto compito mio”.
Poi, una rivelazione dal sapore amaro: Gianni non avrebbe mai dovuto trovarsi a Miami quella settimana. Da accordi presi in precedenza, infatti, sarebbe dovuto andare a Parigi e incontrare la sua famiglia, e poi raggiungere Elton John in Costa Azzurra.
Il fratello poi racconta dell’amore per la vita di Gianni, della sua forza e della sua fiducia in se stesso, nel prossimo e nel futuro. “Lui mi diceva sempre “io sono più giovane di te, io sono immortale, quando non ci sarai più mi occuperò dei tuoi figli“. Quando arrivò la notizia la mia risposta fu secca, Gianni non è morto, Gianni è immortale!”.