Raf Simons chiude il proprio marchio dopo 27 anni dall’apertura, Alessandro Michele lascia i quartieri generali di Gucci, Tom Ford passa sotto il controllo di Estée Lauder per 2,8 milioni di dollari e nuovi personaggi arrivano in scena, per creare una nuova opera.
Oggi il mondo dell’alta moda è molto diverso da quello di ieri, e non abbiamo idea di cosa ci riservi il domani: l’industria sta attraversando un momento di grande rivoluzione e cambiamento, e noi ci troviamo in bilico tra ciò che abbiamo imparato a conoscere e ciò che ancora ci è ignoto.
Forse è stato l’annuncio di Raf Simons a causare più scalpore, soprattutto se si considera la longevità della maison omonima.
“Mi mancano le parole per esprimere quanto sia orgoglioso di tutto quello che abbiamo raggiunto. Sono grato per l’incredibile supporto che ho ricevuto dal mio team, da coloro con cui ho collaborato, dalla stampa ai buyer, dagli amici alla mia famiglia fino ai nostri devoti fan e follower. Grazie a tutti per aver creduto nella nostra visione e per aver creduto in me“, ha dichiarato.
La fine di un capitolo, che sembra coincidere anche con il cambio ai vertici di Gucci e l’addio di Alessandro Michele alla maison. Alcune indiscrezioni sembrano indicare una differenza incolmabile tra la filosofia del designer e le nuove necessità della maison, sempre più inclini a soddisfare ogni capriccio dei consumatori: Alessandro Michele si sarebbe rifiutato di perseguire queste recenti indicazioni per non rinunciare alla propria visione e non svendersi.
In tutto questo, Ferragamo ha accolto un giovanissimo direttore creativo (Maximilian Davis, soltanto 27 anni) e i cambiamenti ai vertici di Bottega Veneta e di Burberry hanno agitato le acque di un’industria che non riesce più a riconoscersi, e che ambisce a riscoprirsi.