Il nuovo rapporto di Euromonitor delinea una nuova diramazione delle abitudini e delle modalità con cui i consumatori si approcciano al mondo dello shopping ed effettuano i propri acquisti: una realtà satura di opportunità e nuove opzioni inevitabilmente crea nuove categorie di utenti e buyers, che si muovono tra comportamenti sani e atteggiamenti compulsivi quando si tratta di acquisti.
Il primo profilo è quello dei cosiddetti “shopping addicted“, i consumatori compulsivi, che vivono per spendere. Rappresentano il 10% della popolazione e prediligono “esperienze su misura“, uniche e irripetibili, piuttosto che articoli di lusso.
A seguire, troviamo i “tradizionalisti“, categoria composta dai consumatori più vecchi e numerosi (equivalgono infatti a un 18% della popolazione): poco presenti sui social, non percepiscono lo stress e non fanno sport; l’87% di loro non ha comportamenti compulsivi quando fa acquisti, e predilige girare per i negozi della propria zona piuttosto che rivolgersi alle realtà digitali.
In crescita il profilo degli “avidi“, ossessionati dal proprio status e dalla propria immagine. Questa categoria include il 16% dei consumatori ed è alla perenne ricerca del meglio: l’88% degli avidi cerca prodotti e servizi su misura, l’87% segue i brand preferiti online, l’86% vuole distinguersi dalla massa e condivide sui social il proprio look e i propri acquisti.
Al contrario cala il numero dei consumatori chiamati “attivisti responsabili“, che preferiscono prodotti a connotazione ecocompatibile e rispettosi dell’ambiente e danno molta importanza al rapporto qualità-prezzo: il 14% della popolazione sceglie così aziende trasparenti riguardo ai propri metodi di produzione, si interessa all’ambiente e predilige capi di seconda mano.
Crescono, inoltre, i “prudenti pianificatori” e gli “ottimisti equilibrati“. I primi rappresentano il 13% dei consumatori, una categoria che sceglie di risparmiare e di astenersi dalle spese folli, aspettando sconti e offerte più vantaggiose; i secondi, invece, compongono una fetta del 14% e sono caratterizzati da un atteggiamento versatile, tanto da includere sia comportamenti più affini agli shopping addicted sia ai prudenti pianificatori.
Si delinea un nuovo profilo, quello dei “minimalisti“, categoria che si compone del 9% dei consumatorie e che si comporta morigeratamente, scegliendo un atteggiamento zero-waste, che non accoglie ciò che è superfluo o eccessivo, mentre subisce un calo significativo la fetta di consumatori inserita nel profilo dei “tradizionalisti casalinghi“, un 6% particolarmente pantofolaio, che si dedica alla casa e alle proprie realtà locali.