Lo conferma il report 2021 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability: il 2022 è un anno all’insegna dello spreco, a differenza del 2020 e del 2021, anni che invece avevano registrato una forte presa di consapevolezza per quanto riguarda la questione del food waste e della sostenibilità.
I nuovi dati ci dicono che gettiamo in media 595,3 grammi di cibo pro capite a settimana, ovvero 30,956 kg annui; nello specifico, si parla del 15% in più rispetto al 2021 (529 grammi settimanali), dovuto principalmente al ritorno alla vita sociale nella convivenza con il virus.
Questo dato si accentua a sud, dove si registra un 18% di spreco rispetto alla media nazionale, e per le famiglie senza figli, un 12% in più rispetto alla media italiana, per un valore complessivo di 7,37 miliardi euro di cibo sprecato, che raggiunge i 10 miliardi di euro se vi si aggiunge la quantità di cibo sprecato dal settore della vendita alimentare di filiera.
L’indagine 2022 Waste Watcher spiega che nella hit degli alimenti più spesso sprecati svetta la frutta fresca (27%), seguita da cipolle aglio e tuberi (17%), pane fresco (16%), verdure (16%) e insalata (15%): una delle conseguenze immediate di questo fenomeno è un crescente spreco di denaro, diseducativo per i giovani, e soprattutto un significativo impatto sull’ambiente.
“La tendenza a una diminuzione dello spreco alimentare domestico, che a livello nazionale e globale gioca la parte del leone con un’incidenza del 60-70% sulla filiera campo-tavola, ha interrotto sensibilmente il suo slancio positivo con il ritorno alla vita sociale, sia pure in distanziamento e nella delicata convivenza con il virus” spiega l’agro-economista Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero e della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. “Una battuta di arresto che si spiega in parte per la ripresa del consumo extra-domestico, pur con tutte le limitazioni del caso e in parte per la difficoltà generale delle condizioni di vita dell’ultimo anno e il disorientamento generato da una pandemia che stenta ad allentarsi.”